L’estate kafkiana della Vibonese (e della serie C)
Il presidente della
Vibonese, Pippo Caffo, difficilmente dimenticherà (figuriamoci, lui che ha la
memoria prodigiosa come Pico della Mirandola) l’estate 2017, una stagione che
in genere, per il calcio, è caratterizzata da acquisti e cessioni dei
calciatori. Quest’anno, invece, per la società rossoblù calabrese, tutto
l’impegno e l’interesse è stato quello di far valere un proprio sacrosanto
diritto con ricorsi e avvocati, in mezzo a decisioni sconcertanti della Figc,
della Lega e del Coni e degli organi della giustizia sportiva più ingarbugliata
di quella ordinaria.
La storia, per tanti
aspetti kafkiana, comincia il 28 maggio scorso quando al “Luigi Razza” la
Vibonese, nel retour match dei play out, pareggia con il Catanzaro. L’1-1 non
basta ai ragazzi di Salvatore Campilongo per evitare la retrocessione in serie
D. Da quel giorno cominciò, per Pippo Caffo e i suoi più stretti collaboratori,
una guerra per cercare di ottenere quello che durante il campionato non era
stato loro concesso, vale a dire di verificare se le altre società di Lega Pro,
come aveva fatto la Vibonese, avessero rispettato le leggi ed i regolamenti. Non
si trattava, quindi, di chiedere il ripescaggio, peraltro assai improbabile, essendoci
già stato nell’agosto scorso, quanto la riammissione nel campionato
professionistico di C (da quest’anno la Lega Pro si torna a chiamare C, le
geniali riforme del calcio) perché almeno una società, in particolare l’A.C.R.
Messina s.r.l., non aveva depositato la fidejussione idonea a garantire la
regolare iscrizione al campionato di Lega Pro. Peraltro, era stata, già a
gennaio 2017, la stessa Procura Federale a deferire al Tribunale Federale
nazionale la esclusione del Messina perché non era stata pagata la fideiussione
fatta dalla Argo Group, ma il Tribunale, a maggio, a campionato quasi finito, aveva
respinto l’impugnativa con una decisione piuttosto ambigua perché – queste le
motivazioni – “mancano gli elementi per dire con certezza che la polizza
sottoscritta il 31 gennaio non era stata pagata”. La formula dubitativa usata è
insolita e sorprendente in quanto non esiste in contabilità. La garanzia o c’è
o non c’è. I pagamenti o sono stati fatti o non sono stati fatti, la via di
mezzo, pilatesca, è incomprensibile, specie per un organo giudicante, sia pure
sportivo. Alla Vibonese non va bene nemmeno il ricorso fatto a fine luglio, che
il Tribunale Federale nazionale giudica inammissibile, con una serie di
motivazioni piuttosto discutibili. Tra
cui il ritardo. Ma se in un concorso pubblico, in cui è prevista la laurea, si
scopre che un vincitore non aveva il titolo di studio richiesto per la
partecipazione l’assunzione viene annullata in qualsiasi momento, non sono previsti
termini per far valere l’irregolarità, quando è insanabile. Intanto vengono fatti i calendari e la
Vibonese è inserita nel girone I della serie D, prima partita il 3 settembre a
Nocera Inferiore, seconda, il 10, in casa con Paceco. Ma Pippo Caffo non si
rassegna perché è convinto di avere ragione e aspetta fiducioso l’esito del
ricorso presentato questa volta alla Corte Federale d’Appello della Figc che
chiede, con un’ordinanza, alla Lega Calcio “gli atti e i documenti relativi
alla iscrizione al campionato stagione sportiva 2016/2017 del Messina in ordine
al rispetto (o eventuale mancato rispetto) delle disposizioni federali in
materia di garanzia fideiussoria”. E infatti il 24 agosto la Corte Federale rettifica
la classifica della Lega Pro dell’anno scorso, retrocedendo il Messina
all’ultimo posto e quindi salva la Vibonese che ha diritto di essere riammessa
in serie C. Un campionato che quest’anno è insolitamente composto da 19 squadre
per ogni girone. E’ finita? Tutto chiaro? Niente affatto, c’è un colpo di
scena, questa volta più che sorprendente, addirittura sconcertate. Dopo sette
giorni di “studio” esce questo
comunicato: “Il Collegio di Garanzia dello Sport ha ricevuto un ricorso
presentato congiuntamente dalla Figc, in persona del presidente Carlo Tavecchio
e dalla Lega italiana calcio professionistico Lega Pro, in persona del
presidente Gabriele Gravina contro la società Vibonese calcio srl nonché nei confronti della Procura
Federale Figc, della Procura Federale dello Sport c/o Coni della società A.C.R. Messina per l’annullamento previo assenso di misure cautelari della decisione
dalla Corte Federale d’Appello della Figc
sul reclamo della vibonese che in accoglimento del ricorso proposto da
quest’ultima ha disposto la retrocessione all’ultimo posto dell’A.C.R. Messina
nello scorso campionato di Lega Pro determinando la reintegrazione della
compagine calabrese nel campionato di
serie C 20177 2018 . Le ricorrenti Figc e Lega chiedono, in via cautelare, la
sospensione dell’efficacia della decisone gravata, da concedersi anche mediante
decreto presidenziale in attesa della decisione collegiale; nel merito di
accogliere il presente ricorso con il conseguente annullamento della decisione
impugnata”. Ora a decidere sarà Franco Frattini giudice dell’Alta Corte di
giustizia sportiva del Coni, organo giurisdizionale di ultima istanza dell’ordinamento
sportivo italiano. Il ricorso ha dell’incredibile per tante ragioni, dopo aver
detto che le firme congiunte di Tavecchio e Gravina, lasciano, per ovvie e
comprensibili ragioni, pochi margini all’ottimismo, nonostante le
interrogazioni parlamentari. Frattini, al di là del merito, potrà non
accogliere un ricorso presentato da Tavecchio e Gravina? Il Messina, che non si è iscritto alla C per
problemi finanziari, è in serie D, e quindi non è più interessato alla
questione. Il ricorso, non si capisce perché, è firmato da Gravina, come già
detto è presidente della Lega, ed è, come tale, il rappresentante di tutte le
società, compresa ovviamente la Vibonese. Pippo Caffo è impegnatissimo a seguire la
faccenda. “Noi non molleremo, abbiamo ragione e andremo avanti”, dice senza
esitazione il presidente. E poi aggiunge: “Se necessario, ci rivolgeremo al Tar
del Lazio. E’ un sopruso che non si può accettare, non è una questione
personale, lo facciamo anche per rispetto dei tifosi che sono vicini e lottano
con noi”. Intanto la Babele è totale. I giocatori della Vibonese si allenano
con Campilongo, ma alcuni, ingaggiati per la C, non possono essere cartellinati
e non sanno cosa fare. Le partite di serie D contro Nocerina e Paceco sono
state rinviate a data da destinarsi. Una sola, amara conclusione: tra la
giustizia sportiva e quella ordinaria, che tutti conosciamo, è una lotta impari
a chi riesce a fare peggio.
Fortunato
Vinci – (Asi)
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