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Gli inganni dei leader con le candidature e il nome nel simbolo del partito

    “I leader candidati sono ferite alla democrazia”. C’è voluto l’indignato e allarmato giudizio di Romano Prodi sulla candidatura dei segretari dei partiti alle elezioni Europee per svegliare e porre all’attenzione dell’opinione pubblica una questione di una gravità inaudita. Chiedere il voto per essere eletti al Parlamento europeo sapendo che non si andrà mai a Strasburgo e a Bruxelles è al, tempo stesso, peraltro abbastanza evidente, un inganno e una offesa ai cittadini. Di questo, i cosiddetti leader, ne sono certamente consapevoli, eppure intendono farlo lo stesso, con la massima, consueta, indecente disinvoltura. Sanno che i cittadini, ormai stanchi e rassegnati, non protestano più per nulla, accettano passivamente quello che passa il convento. E il convento, per farli stare buoni, ricambia, con i bonus (l’ultimo, in queste ore, lo stanno decidendo a palazzo Chigi),   non facendo pagare i tributi (record mondiale di evasione fiscale), bonus per ristrutturare le abitazioni (110%

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