Gaucci, straordinario protagonista di 14 anni indimenticabili di storia biancorossa
La notizia della scomparsa,
a 81 anni, di Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia, uno dei più
straordinari protagonisti della storia biancorossa, sollecita ricordi indimenticabili:
belli, brutti, avventurosi, sorprendenti, sicuramente inconsueti e particolari.
Perché Luciano Gaucci non era uno qualsiasi, era una persona eccezionale, con
tutti i suoi pregi e con tutti i suoi, altrettanto numerosi, difetti.
Eccezionale in tutto. Chi, come me, ha seguito le vicende del Perugia Calcio dal
1991 e fino al 2005 ha avuto modo di conoscere un personaggio guascone,
passionale, sanguigno, generoso. E anche, cosa che non capita spesso,
competente come pochi. La scoperta di molti calciatori (impossibile elencarli
tutti, basta ricordare i tre campioni del mondo Gattuso, Grosso e Materazzi) e alcuni
allenatori (Serse Cosmi e Stefano Colantuono) che sono stati e sono tuttora
protagonisti nel mondo del calcio, sono talentuose intuizioni che solo un
competente lungimirante può fare. Queste doti di singolare talent-scout
con i suoi più stretti collaboratori consentivano di dragare con successo il
mercato in ogni latitudine (Nakata, Ahn) e si combinavano splendidamente con
l’abilità di fare business, coinvolgendo, con le sue idee, nello stesso
tempo geniali e stravaganti, l’affamato circuito mediatico perché facesse da
imponente cassa di risonanza delle sue gesta. Il primo, ed unico, presidente a
scegliere un allenatore donna (Carolina Morace) per la Viterbese, una squadra
maschile di serie C. Fu anche presidente della Sambenedettese e del Catania.
L’analisi di Luciano
Gaucci, nel dopopartita, della gara appena terminata, era sempre lucida,
condita con quel qualcosa di personale, che solo lui sapeva dare e che poi era
la parte più ghiotta per i cronisti sportivi, prima ancora che per i tifosi.
Uno spettacolo nello spettacolo. Sorprendenti intuizioni le hanno avuto, subito,
anche i tifosi biancorossi della curva Nord che su uno striscione, esposto allo
stadio, hanno scritto “Gaucci, con te per tornare a sognare”. Già, gioire e
sognare, come avevano fatto in quell’altra straordinaria precedente epoca con
presidente Franco D’Attoma e allenatore Ilario Castagner. E Luciano Gaucci fece
di tutto per suscitare entusiasmo. Prendendo, nel 1991, una società in serie C,
i cui amministratori stavano per portare i libri contabili in tribunale per la
dichiarazione di fallimento, invece li portarono a Roma negli uffici di Luciano
Gaucci e fu la fortuna della società biancorossa. Sette anni in serie A ad alti
livelli e altri anni in serie B sempre da protagonisti e, nel 2003-’04,
brillante partecipazione alla coppa Uefa (ora Europa League). Purtroppo
l’avventura umbra della famiglia Gaucci finì nel 2005 (nell’ultimo anno aveva
ceduto tutto, pure debiti e guai, ai due figli, Alessandro e Riccardo) con il
fallimento dell’A.c.Perugia e le condanne per bancarotta. Ma a provocarlo, quel
fallimento, non furono solo le colpe e le leggerezze dei Gaucci, ci furono - decisivi
- intrighi e tradimenti, l’inevitabile, inesorabile vendetta degli squallidi
personaggi contro i quali si era schierato Luciano Gaucci.
Fortunato Vinci – (Asi)
Ps:
Per saperne di più: di Fortunato Pantaleone Vinci “L’uomo in biancorosso. Il
Grifo e Gaucci: quattordici anni di (tormentati) successi e di tante altre
cose…” Ed. Calzetti & Mariucci.
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