La burocrazia e la corruzione, i guai che stravolgono la vita del Paese
Nei mesi in cui, chiusi
in casa, siamo stati costretti, un po’ tutti, a seguire i talk show nella
speranza che dai vari scienziati intervistati, arrivasse qualche notizia confortante
sulla guerra in corso contro il Covid-19, abbiamo visto (siamo stati costretti
a vedere) e sentito un po’ di tutto. Un
caravanserraglio di personaggi, la stragrande maggioranza dei quali opinionisti
da bar di periferia, spesso non sapendo che dire si lanciavano, senza
paracadute, sugli argomenti più diversi, raccontando un mucchio di sciocchezze.
I più scarsi, in genere, dopo essersi avventurati su sentieri a loro del tutto
sconosciuti, non sapendo come finire ricorrevano agli insulti e alle polemiche,
meglio se usando il linguaggio degli scaricatori di porto. Se poi riuscivano
anche a provocare una rissa, in studio o a distanza, acquisivano straordinari meriti
televisivi e diventavano, da quel momento in poi, richiestissimi dal circo mediatico.
Bisognava accusare, diffamare, calunniare qualcuno, a prescindere. E quando non
era proprio possibile trovare un responsabile di qualcosa, con nome e cognome,
giocavano il jolly: la burocrazia. Cos’è costei? Un mistero. Un nemico
sconosciuto, subdolo e pericoloso quanto e più del Covid-19, responsabile di
tutte le disgrazie di noi italiani. Questo lo affermavano e lo affermano un po’
tutti, ma i più tenaci avversari della burocrazia hanno dato l’impressione di
essere i politici, ex parlamentari o ancora in carica. Non c’è stato mai un
politico che non abbia, almeno una volta, chiamato in causa la burocrazia. Un
delirio. Il popolo bue, entusiasta di questa straordinaria scoperta, ha saputo,
compiaciuto, finalmente, qual è l’origine di tutti i mali che affliggono il
Paese. Il sociologo Max Weber la definì come “un complesso di norme scritte che
tendono a vincolare il funzionario a una condotta tipicamente impersonale e
formalistica”. Un complesso di
norme? Ma le leggi non le approva il Parlamento?
Quelle leggi non le hanno votate i protagonisti dei talk show? E se si devono
cambiare, perché ritenute farraginose e complesse, a chi spetta farlo? Devono
fare tutto loro - e ne sono gli unici responsabili per quello che hanno fatto e
per quello che non hanno fatto - proprio quelle mezzecalzette che vanno in tv a
lamentarsi della burocrazia. Uno spettacolo comico e grottesco se non fosse soprattutto
desolante. E mai che qualche conduttore avesse chiesto: ma lei che sta, o è
stato, in Parlamento che cosa ha fatto per cambiarle, quelle procedure
insopportabili? No, mai una domanda che avesse potuto mettere in imbarazzo, o
in difficoltà, l’ospite di turno che va trattato - lo impone il copione -
sempre con i guanti bianchi. E poi
dicono di essere giornalisti. Iscritti all’Albo, forse. E i politici? O sono in malafede o non hanno nemmeno capito quello
che hanno votato. Non so qual è peggio. Sentendo quello che dicono e vedendo
quello che fanno, più probabile la seconda ipotesi. Ma la burocrazia non si
cambierà mai, perché, così com’è, serve ai burocrati e serve ai politici.
Possono, attraverso di essa, mantenere il potere. E usarla come strumento di
ricatto. Pensate se una persona che vuole ottenere un permesso, una licenza, un’autorizzazione,
una concessione, la potesse ottenere con una procedura semplicissima, senza
dover fare decine di pratiche da passare a molteplici uffici, e senza la
discrezionalità del burocrate e del politico. Costoro diventerebbero dei modesti
travet, passacarte senza nessun potere. E non potrebbero nemmeno prendere, come
è avvenuto spesso, vergognose tangenti, come hanno scoperto e documentato le
innumerevoli inchieste giudiziarie. Così scomparirebbe, o comunque diminuirebbe
sensibilmente, la corruzione, cui è costretto a fare ricorso il cittadino esasperato,
danneggiato dalle lungaggini e dalle complessità delle procedure. La
semplificazione sarebbe un’autentica rivoluzione. Che finora non c’è mai stata
nonostante gli impegni solenni e i goffi tentativi fatti in passato. Ora si è
impegnato a farla il presidente Giuseppe Conte. Ma qualche indizio di questi
giorni non sembra indurre all’ottimismo.
Fortunato
Vinci
©Riproduzione
riservata
Commenti
Posta un commento