Si sogna la serie "A", ma il Perugia, che perde anche oggi a Como (0-1), ora ultimo, rischia la "C"
Presidente
e allenatori (già due) pensano, con sconcertante e sorprendente disinvoltura,
alla serie “A”, ma su otto partite i grifoni ne hanno già perso 6, e, ora, con
soli 4 punti, si trovano all’ultimo posto in classifica. Silvio Baldini ha
parlato, spesso, in questi giorni, di problemi di concentrazione, di questioni
mentali, piuttosto che di incertezze, dubbi e dilemmi, di natura
tecnico-tattica. Invece qualche perplessità sull’impiego, e sul rendimento, di
alcuni giocatori è emersa, e in quasi tutte le partite, in questo travagliato e
inatteso spicchio di campionato. Se l’organico, come si dice, è di buon
livello, i risultati perché non vengono? A Como serviva almeno non perdere,
invece si è perso ancora. Con una prestazione deprimente e scoraggiante. Silvio
Baldini le ha provate tutte. È partito con un 4-2-3-1, un modulo compatto con
quattro difensori, due mediani o, se preferite, registi arretrati e con tre
rifinitori (parlare di trequartisti sarebbe troppo) dietro Di Carmine, unica
punta. Undici giocatori ma, come al solito, non una squadra. Perché mancano gli
schemi di gioco così che la manovra si svolge all’insegna della massima
improvvisazione con, nel primo tempo, una sola palla gol, di Bartolomei per Di
Carmine che ha mandato fuori. Il Como, fallosissimo, non ha fatto meglio, però ha
realizzato il gol. E in una partita della disperazione, come questa, era
peraltro l’unica cosa che contava veramente. Il vantaggio, al 34’, i lariani lo
hanno costruito con una discesa sulla sinistra di Blanco, con pallone che ha superato
Paz e Curado e ad un metro dalla porta ha trovato Arrigoni che ha bruciato sul
tempo Bartolomei e ha segnato l’1-0. Sarebbe stato lecito aspettarsi, subito,
la reazione del Perugia, invece sono stati i padroni di casa e cercare, con
insistenza e una certa pericolosità, il raddoppio, e c’è voluta, ancora una
volta, tutta la bravura del portiere Gori per evitare il naufragio. Nel secondo
tempo, i grifoni hanno pestato l’acqua nel mortaio, una reazione confusionaria,
senza idee e senza geometrie. Il tecnico ha provato a cambiare mezza squadra,
ma i risultati sono stati nulli, qualche colpo di testa di Di Carmine e nulla
più. Credo che nella storia, anche negli anni in cui è retrocesso, il Perugia non
sia mai stato all’ultimo posto in classifica all’ottava giornata. La serie “B”,
è vero, è un campionato lungo ed equilibrato per cui basta un filotto di vittorie
per risalire la china, ma bisogna pur cominciare a vincere, senza altri
ulteriori rinvii, prima che sia troppo tardi. Adesso, però, con le scoraggianti
immagini del “Senigaglia” ancora nella memoria, sembra che ci sia poco da fare,
se non accendere i lumini, sperando nel miracolo.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
Non esiste il minimo d’impostazione nelle azioni, tutte all’insegna dell’improvvisazione. Senza un minimo di compattezza, del tutto smarrita, il cammino risulta profondamente segnato. Ad aggravare la situazione contribuisce una sensazione d’improvvisazione nella visione di gioco. Vi è da sperare in qualche miracolo!!
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