Il Perugia perde anche contro il Sudtirol (1-2) e consolida l'ultimo posto in classifica. Non rimane che aumentare il numero dei lumini nella speranza del miracolo

 

Una giornata terribile, per i tifosi del grifo, quella del 16 ottobre del 2022, andati allo stadio guardando, con invidia e sconforto, la classifica in cui l’Umbria è rappresentata al primo posto, con la Ternana, e all’ultimo, con il Perugia. E per frenare il naufragio, i biancorossi, costretti ad aggrapparsi, con tutte le forze, alla zattera che viene dal Trentino-Alto Adige, il Sudtirol dell’ex Giampaolo Bisoli, che, peraltro, è l’unica squadra, con la Ternana, che non perde da cinque giornate. E, allora, servono tre punti per uscire dalle angosce. Hanno cominciato così, con questo pesantissimo fardello, capace di annebbiare le menti e indebolire le gambe, i grifoni al fischio d’inizio del sig. Maggioni di Lecco. E, in effetti, la condizione psicologica ha pesato tanto, troppo se già al 1’ i grifoni hanno rischiato di subire il gol, solo se a Odogwu, a pochi metri dalla porta, smarcatissimo, fosse riuscito il delizioso giro palla, andato fuori d’un soffio.  Solo un campanello d’allarme? No, di più e di peggio. Lo si è visto con il passare del tempo. Lo si è visto al 13’ quando Mazzocchi, con un bellissimo colpo di testa, solo anche lui, ha battuto Gori e ha portato in vantaggio il Sudtirol. La reazione è stata scialba, confusionaria, senza risultati concreti. Così per tutto il primo tempo. Nel secondo, Silvio Baldini (a proposito, c’era anche l’allenatore) ha fatto entrare Melchiorri al posto dell’inesistente Olivieri ed ha spostato Kouan, che al 30’aveva sostituito Lisi, nella zona centrale del campo. C’è stata da quel momento una reazione emotiva, un sussulto d’orgoglio, anche perché al 5’ Melchiorri, con una staffilata da fuori area, ha sorpreso Poluzzi ed ha pareggiato, aprendo gli animi alla speranza. Un po’ tutti ci siamo illusi, dimenticando che per fare gol bisogna costruire azioni pericolose, bisogna tirare in porta, non si può aspettare che arrivi, casualmente, l’occasione per errore degli avversari. Tutta materia pressoché sconosciuta dalle nostre parti. E così per altri 37’ minuti si è visto un Perugia correre, senza meta e senza schemi, volenteroso e basta. Tanto che Bisoli ha pensato che contro questa armata Brancaleone sarebbe stato grave cosa accontentarsi del pareggio. E così ha fatto entrare Carretta, ex anche lui, che al 42’ ha trovato, sotto rete, per i soliti errori della difesa perugina, la palla per battere facilmente Gori. È arrivata in questo modo, il solito, la settima sconfitta, la quarta nelle ultime cinque gare, consolidato l’ultimo posto in classifica. Con soli cinque gol peggiore attacco del campionato. Dopo la sconfitta di Como ho scritto che c’era da accendere qualche lumino, sperando nel miracolo, adesso, dopo la prestazione sciagurata contro il Sudtirol, c’è solo da aumentare la quantità dei lumini e sperare che, sabato prossimo, al “Granillo”, contro la Reggina di Pippo Inzaghi, arrivi qualche segnale. Finora, buio pesto.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

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