Il realismo e le difficoltà della Meloni che non si rassegna ad un Governo "proprietà privata" come il Parlamento

L’indecente, vergognosa e incostituzionale legge elettorale, oltre che di difficile interpretazione, tanto che ancora (dopo più dieci giorni) non si sanno con certezza i nomi degli eletti, ha consentito di riempire il Parlamento di quelli che hanno scelto e voluto i segretari dei partiti, come se si trattasse di “proprietà privata”. Ora i segretari dei partiti della coalizione che ha vinto (si fa per dire, perché a vincere veramente sono stati gli astenuti) a usare lo stesso criterio nella composizione del Governo. Significa che l’esecutivo deve essere come al solito, “proprietà privata”, formato, cioè, da persone che siano scelti direttamente e ubbidienti ai segretari che li propongono. Che siano anche capaci e competenti sono dettagli, optional che non interessano. Gli interessi del Paese sono balle e menzogne, slogan che valgono solo nel periodo elettorale, per il popolo bue. Gli interessi che contano sono quelli di mantenere il controllo assoluto, a beneficio del potere personale. Ma Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia, probabile incaricata di formare il Governo, giustamente, e con un minimo senso di responsabilità, si è resa conto che fare l’opposizione è relativamente facile, mentre governare è tutta un’altra cosa. Lo è sempre stato, ma in questo momento drammatico guidare il Paese è un compito ancora più complicato e difficile, da non dormire la notte, cosa che, secondo quello che riportano i giornali, capita, appunto, alla Meloni. Dico subito che non sono un fan della leader di FdI e non l’ho votata, perché penso che non sarà in grado di risolvere i problemi e, soprattutto, di districarsi adeguatamente tra i pescecani che le girono intorno; naturalmente, mi auguro di sbagliarmi. D’altronde è uno degli obiettivi della premier in pectore, come ha detto ieri, incontrando gli eletti del partito: far cambiare idea a chi non ha votato, “dimostrando serietà e capacità”. La Meloni, in questi dieci giorni, ha dato l’impressione di aver capito, con estremo realismo, che nel Governo ci vorrà pure qualcuno capace; non si tratta di fare largo, come sarebbe giusto fare sempre, ai capaci e meritevoli, no, si tratta di qualcosa di molto più importante, di sopravvivenza del Governo e del Paese. E per questo dice: “Puntiamo a dar vita ad un Governo di altissimo livello, che parta dalle competenze”. Ma Silvio Berlusconi (Forza Italia) e Matteo Salvini (Lega), alleati della coalizione, la pensano diversamente, hanno molti interessi, personali e di elettorato, da proteggere e difendere, e dei problemi del Paese non importa assolutamente nulla, così come delle preoccupazioni e del pragmatismo di Giorgia Meloni, che ha già la zavorra sua da sistemare. Berlusconi e Salvini, non vogliono quelli competenti, capaci e autorevoli, che potrebbero dire no, e ignorare le richieste, irresponsabili, dei padroni del vapore, vogliono quelli che capiscono poco, meglio se niente, ma che sappiano, soprattutto, che devono ubbidire, pedissequamente, a chi li ha nominati. Lo scenario, penoso, è questo. E, come si capisce, non è affatto tranquillizzante.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia 

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