Quel cartellino rosso, con l'espulsione del medico del Cittadella, un gesto dell'arbitro Minelli di inaudita gravità

 

Nel corso della partita di serie B al “Renato Curi” tra il Perugia ed il Cittadella di domenica scorsa l’arbitro della gara, Daniele Minelli di Varese, oltre alla decisione discutibile di espellere, al 44’, Edoardo Iannoni per doppia ammonizione, che ha fatto infuriare, durante e dopo la partita, l’allenatore dei grifoni Fabrizio Castori, ha preso anche un provvedimento di una gravità inaudita. Ed è molto strano che nei tabellini sulla partita, riportati dai media, l’episodio non sia stato nemmeno menzionato. Ed, invece, non solo andava riportato, andava soprattutto rilevata la gravità della decisione. A metà del secondo tempo l’arbitro ferma il gioco perché un giocatore del Cittadella è caduto a terra, viene prontamente soccorso, come avviene sempre in queste situazioni, dal medico sociale e dal massaggiatore. Fanno cerchia i giocatori e l’arbitro, dopo qualche istante, s’infastidisce, forse perché ritiene che il giocatore ed il medico, furbescamente e con un comportamento antisportivo, stiano simulando, cercando di perdere tempo, visto che il Cittadella era in vantaggio di 1-0, poi la squadra di Edoardo Gorini segna, allo scadere, il secondo gol e i veneti si aggiudicheranno il match con un definitivo 2-0. L’arbitro, allora, invita il medico ad uscire dal campo, ma il sanitario, evidentemente, insiste perché ritiene che il giocatore abbia ancora bisogno delle cure mediche, e allora Minelli estrae il cartellino rosso e manda il medico negli spogliatoi. Qualche minuto dopo capita un altro infortunio e questa volta a soccorrere il giocatore interviene solo il massaggiatore. L’accaduto ha molti aspetti da valutare. È vero che tutti coloro che vanno in panchina, medici compresi, sono dei tesserati Figc e come tali devono rispettare i regolamenti e se non lo fanno possono essere espulsi. Ma per i medici, anche se cartellinati come tutti gli altri, credo debba valere un altro criterio, perché le conseguenze possono, ovviamente, essere diverse. Per questo Minelli, ieri, si è assunto una pesantissima responsabilità, lasciando i calciatori della squadra veneta senza l’assistenza sanitaria. Se quel giocatore che è caduto a terra dopo l’uscita dal campo del medico avesse avuto bisogno non solo del massaggiatore ma anche del medico cosa sarebbe successo? C’era sì, è vero, anche il medico del Perugia, ma non è la stessa cosa, infatti il regolamento prevede “l’obbligo per entrambe le squadre” di avere il proprio medico in campo e, la prescrizione, ha una sua logica e importante motivazione: il medico delle società assiste i giocatori come il medico di famiglia, li segue, conosce tutto, sa l’anamnesi di ognuno. Non sono dettagli, in tante situazioni possono salvare la vita. Se secondo Minelli il medico indugiava per far perdere tempo, poteva far uscire in barella il giocatore, recuperando il tempo perso, e se il medico meritava qualche sanzione, poteva mostrare il cartellino giallo, o, infine, se proprio si fosse trattato di un fatto gravissimo, anche il rosso, ma senza costringerlo ad uscire dal campo. Quella di lasciare la squadra senza medico è stata una decisione gravissima, non solo perché avrebbe potuto provocare conseguenze pesanti e irreparabili, ma anche perché da quel momento il resto della gara è stata disputata in palese violazione del regolamento.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia              

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