Rischia il naufragio, tra vodka e lambrusco, la coalizione di centrodestra, prima ancora di cominciare
Un
disastro. Era facilmente prevedibile che ci potessero essere dei problemi nei
rapporti tra i leader dei partiti della coalizione che ha vinto le elezioni. Lo
avevo anche scritto, perché era stato anche il motivo principale che mi aveva
indotto a non votare Giorgia Meloni, perché era, ed è, circondata da pescecani.
Non pensavo, però, e credo che non lo pensasse nessuno, che la voracità si
sarebbe scatenata così presto. Prima ancora di cominciare. Dire dell’alleata,
che ha stravinto (rispetto a Forza Italia) le elezioni, e che si appresta a
formare il governo del Paese, che è “supponente, prepotente, arrogante,
offensiva, con cui è impossibile andare d’accordo” è di una gravità inaudita.
Ed altrettante grave è il fatto che la Meloni abbia risposto “non sono
ricattabile”. Perché sa, evidentemente, che Berlusconi è abituato a ricattare. Questi
sono giudizi e valutazioni consolidati, tra due persone che si conoscono da
tanti anni, quindi giudizi maturati nel tempo, non sono frasi dal “sen fuggite”
come qualche pennivendolo, da salotto tv, sta cercando di accreditare. Era
anche abbastanza evidente che tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni la “pace
di via della Scrofa” era da considerare una sceneggiata. Sono ferite che non si
possono rimarginare. Lo si è visto subito, anche perché in ballo ci sono molti
interessi personali e ancora tanti importanti ministeri tra cui quello,
ambitissimo, della Giustizia. E allora sono bastate poche ore per l’altro
messaggio subdolo di Silvio Berlusconi, che informa tutti che ha “riallacciato
i rapporti con l’amico Vladimir Putin” che, gentilissimo, in occasione del
compleanno, appena poche settimane fa, gli ha mandato una lettera affettuosa e anche
venti bottiglie di vodka, e lui, Berlusconi, ha ricambiato con una lettera altrettanto
affettuosa e con bottiglie di lambrusco. Vero o inventato, l’episodio, che, in
altri contesti, sarebbe da Totò e Peppino De Filippo, rappresenta, invece, un
atteggiamento d’inaudita gravità, perché sta a significare che Silvio
Berlusconi, vuole che si sappia, per quelli che ancora non lo avessero capito, che
deve essere accontentato nelle sue richieste per la formazione del governo, e
per tutte le altre cose, perché è in grado, altrimenti, di mettere diversi
bastoni tra le ruote, a Giorgia Meloni, al governo e a tutta la coalizione di
maggioranza. Qui c’è stato anche un autogol perché il ministero degli esteri
che dovrebbe andare ad un esponente di Forza Italia, peraltro uno dei suoi
fedelissimi, Antonio Tajani, ora è rimesso, ovviamente, in discussione dopo lo
scambio di missive “affettuose” tra Vladimir e Silvio. Tra le tante cose affettuose,
Berlusconi avrebbe potuto chiedere al dittatore russo di smetterla di ammazzare
centinaia di persone al giorno e di ritirarsi dall’Ucraina. Non contento di
tutto questo, che ha avuto ripercussioni in tutto il mondo, Silvio Berlusconi ha
voluto superarsi, toccando il fondo, con un gesto di inaudita volgarità, pessimo
dal punto di vista etico e morale. Lo ha fatto ricordando alla “signora”, come
chiama, con disprezzo, la Meloni, che il suo uomo lavora per Mediaset. Dove è
già stato “declassato”. Peggio di così la
legislatura non poteva cominciare. E, allora, se le cose stanno così, sarebbe
opportuno definire meglio, prima ancora di andare al Quirinale per le
consultazioni, i ruoli dei quattro partiti della coalizione di maggioranza.
Cominciare senza i dovuti chiarimenti, significa andare incontro ad un
naufragio certo e devastante. Ho letto che qualcuno ipotizza un ritorno alle
urne, inopportuno per tante ragioni, così come appare surreale l’appoggio
esterno di Forza Italia. Ancora non hanno capito che Silvio Berlusconi vuole
comandare di più non di meno. È assai probabile, invece, che, se dovesse
persistere questo atteggiamento conflittuale di Silvio Berlusconi con Giorgia
Meloni, c'è il rischio che gli eletti con Forza Italia, deputati e senatori,
siano indotti a trovare un’altra collocazione politica. Siccome è imbarazzante rimanere con Berlusconi
senza “freni inibitori”, che al prossimo appuntamento elettorale avrà 91 anni
di età, potrebbero lasciare al suo destino il cavaliere, con il drappello dei
fedelissimi, e, senza rimpianti, andare altrove, mantenendo il sostegno al probabile,
futuro governo Meloni. Il Paese non si può permettere, con tantissimi problemi
drammatici da risolvere, di andare dietro alle bizze, alle sceneggiate, agli
interessi personali e ai ricatti di Silvio Berlusconi.
Fortunato Vinci - www.lidealiberale.com-
Agenzia Stampa Italia
A guardarlo, Berlusconi non sembra una persona che sara' ancora in scena fra cinque anni. E questo senza contare Ruby ter che presto andra' a sentenza in costanza della Severino, e dove anche la Presidenza del Consiglio si e’ costituita parte civile per un risarcimento di una decina di milioni, da parte di tutti gli imputati.
RispondiEliminaLa questione e' altra: che ne sara' del partito nel giro di un anno o due? Vediamo qualcuno la dentro capace di prendere il controllo? O sara' magari la 'famiglia', direttamente o per tramite, a 'scendere in campo'?
Il governo da Forza Italia non ha niente da temere, per varie ragioni, di cui parleremo un'altra volta.
FF