I partiti diventati "proprietà privata" dei politici. Anomalia costituzionale discutibile per non dire imbarazzante
Credo
che non sia mai successo che, come in questa tornata elettorale, ci fossero
così tanti partiti con, nei simboli, l’indicazione del leader/proprietario. Ogni
politico, in condizione di poterlo fare, si è inventato un partito, mettendo nel
simbolo il proprio nome. Mi sembra ci sia qualche forzatura costituzionale. I
partiti sono previsti dalla Costituzione. L’art. 49 dice che: “Tutti i cittadini
hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere, con metodo
democratico, a determinare la politica nazionale”. Mi pare che i padri
costituenti abbiano voluto mettere in evidenza due aspetti importanti: la
libertà di costituire i partiti, come una semplice associazione culturale e il
metodo democratico. Se un partito porta il nome del candidato, com’è successo
con la stragrande maggioranza dei partiti, da Giorgia Meloni, a Matteo Salvini,
a Silvio Berlusconi, Carlo Calenda, Luigi Di Maio, Emma Bonino, Gianluigi
Paragone, ecc. sembra che la gestione non sia di tutti gli iscritti, con parità
di ruoli e di potere decisionale, come dovrebbe essere. Mettendo il proprio
nome nel simbolo si va al di là del primus
inter pares, (primo fra uguali) come avviene quando vengono eletti il
presidente o il segretario, conta il nome, assurge a simbolo il/la premier
prima che il partito. Non è solo un caso che in questi giorni si dica: ha vinto
la Meloni, ha perso Salvini. Non si dice ha vinto Fratelli d’Italia, ha perso
la Lega. E l’attuale, incostituzionale, legge elettorale, aggrava il problema,
perché consente ai vari leader di avere, come si è visto anche in queste ultime
elezioni, il potere assoluto di scelta dei candidati. In pratica 7/8 nominano
il Parlamento. Gli elettori, nel seggio, ci mettono, quando ci vanno, solo la
ceralacca. La questione riguarda un po’ tutti i partiti sopra citati, anche se,
certamente, il caso limite è quello di Silvio Berlusconi, con la sua Forza
Italia. Che differenza passa tra Fininvest e Forza Italia? Tra il Monza e Forza
Italia? Forse su Fininvest e sul Monza, come faceva a suo tempo con il Milan, Silvio
Berlusconi decide insieme con qualcun altro, con Forza Italia fa proprio da
solo. Pensate se Mara Carfagna o Mariastella Gelmini, che, com’è noto, sono poi
andate nel gruppo di Carlo Calenda, avessero pensato di organizzare un
congresso di Forza Italia, di fare le primarie, di scalare il partito? Avrebbero
ricevuto subito il consiglio di sottoporsi ad un’accurata visita dallo
psichiatra. Impossibile. Proprietà privata. Silvio Berlusconi non è il
presidente, è il padrone presidente. Questo, però, significa consentire ad
alcuni politici di condizionare pesantemente la vita politica del Paese. Perché
si dice che Sergio Mattarella darà l’incarico di formare il nuovo governo a Giorgia
Meloni e non ad un qualsiasi esponente di Fratelli d’Italia? Perché a vincere è
stata la Meloni. Certo, lo può dare a chiunque, naturalmente, secondo quanto
prevede il secondo comma dell’art.92 della Costituzione, ma la decisione mi sembra
che sarà pesantemente condizionata da questa anomalia. Si dice pure che a
perdere è stato Matteo Salvini. E ora che nella Lega c’è chi vorrebbe cambiare
il segretario, disastroso, Salvini potrebbe obiettare: i 2.464.176 voti, molti
o pochi, poco importa, li ho presi io. Li ha presi la Lega, ma perché io ci ho
messo la faccia. Non solo - può anche aggiungere - ho fatto eleggere 65
deputati e 29 senatori, come il Pd che ha preso il triplo dei voti e più del
Movimento 5 Stelle che di voti ne ha presi il doppio. Insomma, non è, come
appare, un dettaglio o una questione di poco conto. È una questione, invece, che
andrebbe approfondita per evitare che associazioni libere, come devono essere i
partiti o i movimenti, diventino poderi privati con un proprietario che impone
e decide, al di là di quello che sarebbe legittimo e consentito.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
Le anomalie presenti nella configurazione dei partiti, rappresenta la personalizzazione privatista di un soggetto pubblico che dovrebbe essere un partito. L’ attuale legge elettorale che favorisce la personalizzazione dei soggetti politici, avrebbe dovuto essere riformata come promesso, in seguito alla riduzione del numero dei parlamentari. Le promesse in tal senso sono cadute nel vuoto.
RispondiElimina