L'autogol del centrosinistra alle regionali nelle Marche, in attesa della Calabria
Con
la Val d’Aosta e le Marche è cominciato il tour che porterà in poco tempo alle
urne circa 18 milioni di cittadini italiani per scegliere il governo di ben 7
regioni. Dopo la Val d’Aosta, che però fa corsa a sé, è stato il turno delle
Marche, e domenica e lunedì prossimi sarà la volta della Calabria. Molta attesa
c’era per il risultato delle Marche per molteplici ragioni. La prima questione,
su tutte, era di sapere come sarebbe stato accolto questo campo largo (tutti i
partiti insieme contro il centro destra) e se questa alleanza, in verità più
numerica che politica, può avere un futuro. Senza però fare, come ha fatto
Annalisa Cuzzocrea su Repubblica, di
ricordare il successo in Umbria un anno fa. In questo caso non è stato il
centrosinistra a vincere (infatti ci sono già tanti e giustificatissimi
pentimenti) ma è stata Donatella Tesei (Lega), dopo 5 anni di disastri,
testardamente riproposta da Matteo Salvini, a perdere. Nelle Marche, il
giudizio, di primo acchito, sembra negativo, ma penso che non ci siano
alternative al campo largo. L’analisi, semmai, va fatta sul candidato per il
fatto che Matteo Ricci, seppure stella di prima grandezza del Pd, sia stato
bocciato e distaccato di ben 8 punti dall’uscente governatore, Francesco
Acquaroli, di FdI. Matteo Ricci - e queste considerazioni valgono anche per
Pasquale Tridico, il candidato del campo largo in Calabria - è un eurodeputato,
eletto a Strasburgo da poco più di un anno, e proporre lui non mi pare sia
stata una buona idea, piuttosto una scelta poco seria: uno schiaffo agli
elettori di prima e di adesso. Matteo Ricci, inoltre, è indagato per
corruzione, e questo un po’ ha pesato, come ha candidamente ammesso lui stesso.
E, poi, che c’entrava chiamare in causa la questione di Gaza? Insomma si è
sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare. Lo dimostra anche il fatto che
ci sia stato un calo significativo, che ha pesato molto nel risultato finale, nell’affluenza
alle urne: poco meno del 10%, un’enormità.
Ora cosa farà Ricci? Deve scegliere se stare in consiglio regionale o a
Strasburgo, perché le due cariche sono incompatibili, e, immagino, che, per
diverse e ovvie ragioni, rimarrà a Strasburgo. E, allora, chi lo ha votato
subirà l’ennesima beffa. E poi dicono che sono in pochi che vanno a votare.
Visto quello che sono capaci di fare questi politici sono pure in troppi, tra
cui ci sono anch’io, ma fino a quando?
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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