Ci sono le regionali, si vota per gli enti più inutili e costosi mai concepiti
C’è
molto impegno, con finta rissa, dei segretari nazionali dei partiti per
dividersi i poteri nelle regioni dove si terranno, prossimamente, le elezioni:
a fine settembre in Valle d’Aosta e Marche, poi, 5/6 ottobre, in Calabria, a
seguire Toscana, Campania, Puglia e Veneto. Si vota per rinnovare il consiglio
regionale dell’ente più inutile e costoso mai concepito in Italia. Che, invece,
sarebbe - come ho scritto più volte - da abolire tout court. Lo so che questa è un’idea de padri costituenti, ma la
Costituzione è stata scritta nel 1947 e la situazione, allora, era
completamente diversa. Per andare da Palermo a Roma era un’avventura, come pure
raggiungere la Capitale da Bolzano. Un ente vicino ai cittadini – hanno pensato
i costituenti – può essere utile e funzionale ai bisogni dei cittadini. Non
potevano immaginare quello che sarebbe successo. Ma ora le regioni servono solo
ai politici, non servono più ai cittadini, anche perché sono diventate centri
di poteri e di sprechi enormi. Il loro costo, per i servizi istituzionali,
generali e di gestione, ammonta a 10,40 miliardi di euro l’anno. Una follia. La
sanità, la competenza più importante affidata alle regioni, che impegna più del
73% del bilancio, nel 2023, è costata 152,9 miliardi di euro. Ed è impossibile
non vedere lo stato miserevole in cui l’hanno ridotta, specie nel Mezzogiorno, così
che un gran numero di cittadini o rinuncia alle cure o si rivolge ai privati,
che ne hanno fatto, grazie a questo disastro delle lunghissime file d’attesa, a
volte, addirittura, inventate, un business indecente e vergognoso. Un’altra
anomalia, diciamo pure un altro ulteriore oltraggio agli elettori sono state le
decisioni di dirottare, alle regionali, politici eletti, poco più di un anno fa,
al parlamento europeo. Prima li mandano a Strasburgo e, dopo un anno, li spostano
e li destinano, come le statuette del presepe, ad altro incarico. Più che un
segno di totale disprezzo per l’Europa è l’ennesimo, totale disprezzo per la
volontà degli elettori che li hanno votati. Ecco gli europarlamentari in lizza
per la presidenza: Matteo Ricci (Pd) nelle Marche, Tridico (5Stelle) in
Calabria, Antonio De Caro (Pd) in Puglia; e non è riuscito l’inserimento in
lista, in Calabria, di Mimmo Lucano (Avs), perché dichiarato incandidabile dalla
Commissione elettorale del Tribunale di Reggio Calabria per la condanna, a 18
mesi, per falso.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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