I "fantasmi" biancorossi perdono al "Curi", contro la Pianese, la quarta partita consecutiva (0-1)

 

Cercare, al “Curi”, la prima vittoria dopo sei partite, con tre sconfitte di fila ed il terz’ultimo posto (o penultimo se non si considera la penalizzazione del Rimini) in classifica, era, per Piero Braglia, il minimo; possibilmente, anche con una prestazione incoraggiante per dare un po’ d’ottimismo e qualche certezza a questo campionato, cominciato piuttosto male, se non proprio malissimo. La Pianese, doveva essere la vittima predestinata. Questo era scritto nell’agenda di Piero Braglia alla vigilia del match. In campo di quello scritto nell’agenda non si è visto nulla, cancellato da una prestazione sconfortante, con la conseguente, e inevitabile, quarta sconfitta consecutiva. Si è cominciato con molta foga, pressing alto, molta buona volontà, anche l’impegno non è mancato, ma tutti questi ingredienti non sono stati capaci di determinare una manovra decorosa e accettabile, un’azione verticale ficcante, qualche azione da gol, nulla che fosse in grado di impensierire in qualche modo gli uomini di Alessandro Birindelli. La manovra lenta, esasperante del Perugia non poteva assolutamente consentire né a Montevago e nemmeno a Kanoute, le due punte, di trovare corridoi per rendersi pericolosi perché nel frattempo i bianconeri toscani avevano provveduto a chiudere abilmente ogni varco. Infatti le uniche azione pericolose le hanno costruite loro, hanno segnato con Bellini, al 53’, che si è liberato di prepotenza di Giraudo, che cercava in qualche modo di ostacolarlo, e ha battuto senza scampo Gemello. Si poteva immaginare una reazione da parte dei grifoni, ma c’erano tanti fantasmi che si muovevano per il campo senza un’idea, senza la capacità di prevale sull’avversario che a volte sembrava, addirittura, irresistibile. E al 70’ due giocatori della Pianese in area del Perugia si sono passati la palla con una disinvoltura disarmante come fa il gatto con il topo, e poi si sono permessi anche il lusso di sbagliare il facile gol del raddoppio: si è trattato di un gesto tecnico che ha messo in evidenza l’assoluta impotenza di questa squadra e mi è parsa pure che si sia trattato di un’umiliazione sportiva. In questo disastroso scenario ci poteva essere almeno l’astuzia di sfruttare l’unica chance a disposizione di Piero Braglia, squalificato e sostituito in panchina da Gian Marco Ortolani. Che era rappresentata da Kanoute, l’unico capace di fare qualche dribbling, che andava messo nel vivo dell’area avversaria, dove avrebbe potuto conquistare un calcio di rigore, l’unico modo per segnare, e invece il giocatore non è mai entrato in area e i falli guadagnati sono stati, anche questi, ininfluenti e inutili. Come inutile è sembrato il cambio del secondo tempo, con la sostituzione di Torrasi per Matos, con un tridente offensivo (si fa per dire), ancora più sterile perché senza rifornimenti. Una serataccia finita con un diluvio di fischi dei tifosi più che arrabbiati increduli e storditi davanti a quello che sta succedendo. A Piancastagnaio, intanto, paesino di 3.836 abitanti, ai piedi del monte Amiata, staranno mettendo una targa a ricordare l’incredibile, meritatissima, impresa sportiva di oggi.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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