Il ponte sullo Stretto di Messina poggia sulle bugie di politici e giornalisti

 

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, i due sacerdoti del ponte, mercoledì hanno giustamente esultato quando il Senato, dopo la Camera, ha dato il via libera al progetto per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.  L’opera più costosa e inutile nella storia del nostro Paese. Sempre che non succeda quello che sostiene il senatore Nicola Irto: “Le audizioni dicono che l’opera è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico ed ambientale, ma anche sotto il profilo economico –finanziario”.   Tutti hanno il diritto di essere favorevoli, naturalmente; i politici e i giornalisti, però, hanno, anche il dovere di dire la verità. I politici perché lo impone loro la Costituzione, i giornalisti perché, oltre alla Costituzione, devono (dovrebbero) rispettare il codice deontologico. Dove c’è scritto che il giornalista ha come “obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, per questo, ricerca, raccoglie, elabora e diffonde, con la maggiore accuratezza possibile, ogni dato o notizia di pubblico interesse”. E, invece, siccome non si può spiegare agli italiani come si possano buttare inutilmente 14 miliardi, solo per cominciare, e poi si vedrà, servono bugie per sostenere l’utilità di un’opera che avrà devastante impatto ambientale, costruita in un luogo ad altissimo rischio sismico, osteggiata da tante associazioni ambientaliste. Tanti soldi potrebbero essere impiegati, invece, per fare le strade ferrate da Salerno a Palermo, o fare gli interventi urgenti per prevenire i disastri ambientali che proprio in questi giorni stanno mettendo a dura prova decine di migliaia di cittadini del nostro Paese. Così, ieri, su un giornale, in prima pagina, c’èra il falso, ridicolo e grottesco racconto delle utilità del ponte. Il giornalista, dopo essersi dichiarato super favorevole parla di “un’opera iconica”, che ha una funzione che tutti prima pensavano - poveri sprovveduti - potesse essere fatta apposta per favorire gli affari della mafia e della ‘ndrangheta ed invece è l’esatto contrario, ora l’illustre giornalista ci spiega che il ponte ha, invece, un’incredibile funzione antimafia perché - tenetevi forte - “toglie metri di campo alla criminalità organizzata” Ohibò.  E poi ce l’ha con chi “difende il fatto che per fare tre chilometri ci si metta un’ora e mezza tra imbarco, tragitto e discesa, anziché tre godibilissimi minuti consentendo a chi vive a Reggio Calabria di lavorare a Messina, e viceversa, con evidente guadagno persino dei proprietari di casa che vedranno aumentare il valore della loro proprietà”. Chiudendo poi con un patetico:” Evviva il Ponte sullo Stretto”. Il giornalista non ha raggiunto il mitico Matteo Salvini che, all’Aria che tira, ha detto che, in treno, con il ponte, da Roma a Palermo si risparmieranno cinque ore, ma, nel dire sciocchezze, è sulla buona strada. Attualmente, con il cronometro in mano, per attraversare lo Stretto ci vogliono, da Villa San Giovanni, 25 minuti e da Reggio Calabria 30 minuti. Dopo, per arrivare in Sicilia, non si potrà certo volare, e, allora, da Reggio bisognerà andare a Cannitello, e ci vogliono 25 minuti, poi ci vorrà qualche minuto per attraversare il ponte, e si arriverà a Ganzirri, frazione di Messina, da dove ci vogliono altri 27 minuti per raggiungere il centro della città. Con il ponte tutte quelle decine di migliaia di persone che, ogni giorno, da Reggio andranno a lavorare a Messina e quelle che da Messina andranno a lavorare a Reggio ci metteranno sicuramente più di un’ora, il doppio del tempo di adesso e molto di più dei “tre godibilissimi minuti”; ma, non importa, valeva veramente la pena, perché il ponte, nel frattempo, avrà svolto un’altra, alta, nobile, straordinaria funzione: avrà tolto metri di campo, con un po’ d’ottimismo si può pensare pure a qualche chilometri di campo, alla criminalità organizzata. Grazie a Salvini, Berlusconi e ai fantasiosi, immaginari, penosi giornalisti.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale. com – Agenzia Stampa Italia 

 

Commenti

  1. Io con la politica di Salvini sono lontanissimo, ma sul ponte di Messina ha ragione e torto Irto.
    Non ho capito perché il PD (o una parte) non vuole il ponte.

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  2. Tralasciando gli altri motivi, perché quando si tratta di denaro pubblico si deve fare sempre il rapporto costi/benefici. Basterebbe solo questo. Se poi si pensa davvero quello dice Salvini che servirà a combattere la mafia, come riporta a tutta pagina Il Tempo questa mattina" Il ponte contro la mafia" . Beh, allora, siamo...fuori dal mondo, per non dire altro.

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