Al Perugia non basta all'ultimo istante la vittoria (3-2) contro il Benevento per non precipitare in serie C

In classifica, tra Perugia e Benevento, c’era solo un punto, che però faceva la differenza: i biancorossi con ancora una possibilità di salvarsi, attraverso i playout, i giallorossi già retrocessi. Per questo, sul campo, a distinguere le due squadre dovevano essere le motivazioni. Completamente diverse dai valori, cosiddetti, tecnici. E, invece, ad avere il pallino del gioco è stato il Benevento che prima ha segnato in contropiede al 31’ con Farias, mettendo in ambasce i seimila tifosi che nonostante il pessimo campionato, nonostante tutto, avevano affollato gli spalti per sostenere, nell’ultima stazione di questo calvario, una squadra fragile, incompleta, caratterialmente debole, che si è fatta mettere sotto da un avversario modesto ma più grintoso, più pimpante, più deciso e determinato. Un Perugia in svantaggio mentre al “Celeste” il Palermo era in vantaggio sul Brescia. Significava serie C.  Poi, però, quando, all’inizio della ripresa, c’è stato il risveglio del Perugia, prima con Lisi, al 53’, su calcio di rigore e subito dopo, al 58’, con Di Carmine, di testa, sembrava che il combinato disposto, con la vittoria del Perugia e la sconfitta del Brescia, desse ai grifoni un’ultima chance, quella di potersi giocare la permanenza in serie B con i playout. Proprio in quei minuti, beffarda e cattiva, è invece arrivata la notizia che al “Barbera” il Brescia aveva recuperato i due gol di svantaggio e con 40 punti, era fuori dalla portata dei biancorossi, quindi retrocessi. La notizia ha gelato il “Curi”, e anche le idee dei giocatori che, dopo essere passati in vantaggio, invece di provare a chiudere la gara, cercando con insistenza e convinzione il terzo gol, hanno lasciato l’iniziativa del gioco alla squadra campana che ha giostrato in lungo e in largo, tanto che al 93’ Ciano si è incuneato senza troppe difficoltà tra i difensori biancorossi e ha fulminato, con un bolide da pochi metri, l’impaurito Abibi. Per cambiare ancora il risultato, e vincere finalmente questa partita, c’è voluto, a pochi istanti dal termine, un pasticcio grottesco tra il portiere Manfredini ed un compagno, con pallone lasciato a Kouan, libero davanti alla posta sguarnita, che ha dovuto solo appoggiare il pallone in rete per il 3-2, con il gol più goffo, doloroso e inutile, quasi umiliante, della storia del Perugia. Sentivo, scendendo la scalinate dello stadio, i commenti dei tifosi. Ora che siamo retrocessi - dicevano - l’unica possibilità di disputare il prossimo campionato in serie B è quella di una eventuale riammissione o un possibile ripescaggio (sono la stessa cosa come risultato, ma con modalità diverse), però, prima di tutto - aggiungo io - ci dovrebbe essere un posto libero in B, per la mancata iscrizione di qualche squadra, come successe quando, al posto del Chievo, fu ripescato il Cosenza. Non solo, tra il Cosenza ed il Brescia, che ora faranno i playout, dovrebbe retrocedere il Cosenza, che avendo usufruito di una  recente riammissione non può ottenerne un' altra. E allora, solo allora, potrebbe, eventualmente, toccare al Perugia. Che pena.      

Fortunato Vinci – www.lidelaiberale.com – Agenzia Stampa Italia   

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