Con due colpi da KO della Reggina il Perugia affonda al "Curi" (0-2)

 

Che l’incontro Perugia Reggina, alla decima giornata, sarebbe stato un big match per le zone alte della classifica, quasi nessuno, alla vigilia del campionato, lo avrebbe immaginato. E invece il cammino delle due squadre, finora, seppure tra alti e bassi, tra entusiasmi e recriminazioni, è stato piuttosto soddisfacente. In un campionato che si presenta, quest’anno più che nel passato, estremamente equilibrato. Ciò lascia spazio ad ambizioni, certo ancora in embrione, ma suscettibili di crescita e di concretezza. Il confronto di questa sera, aveva, tra l’altro, motivi di conferme, molto attese, per entrambe le squadre. Il Perugia di non ribadire solo la consistenza della propria difesa, anche di trovare in attacco spunti e uomini interessanti e finalmente concreti per finalizzare al meglio il lavoro del centrocampo. Gli uomini di Aglietti, da canto loro, dal “Renato Curi” dovevano mandare messaggi rassicuranti allo straordinario entusiasmo del tifo amaranto. È successo che a mandare i messaggi sono stati solo gli amaranto con la vittoria e con una prestazione convincente, conquistando meritatamente i preziosi tre punti e il secondo posto in classifica. Che sarebbe stata una gara impegnativa per il Perugia lo avevo ampiamente previsto in settimana perché se la Reggina riesce a passare in vantaggio il 4-4-2 di Alfredo Aglietti non lascia spazi e speranze agli avversari per recuperare. Ed è stato così. La difesa dei biancorossi, al 5’ non si è accorta che vicino a Chichizola c’era in agguato Galabinov , il quale ricevuta palla ha beffato il portiere e ha portato in vantaggio la Reggina. Il gol ha galvanizzato ancora di più la squadra ospite che già aveva trovato, dai risultati del pomeriggio, stimoli straordinari nel sapere che, in caso di vittoria, avrebbe conquistato il secondo posto. Il Perugia, sorpreso, ha dato l’impressione di voler reagire, ha dato segni di vitalità e si è gettato a capofitto nella battaglia, con una reazione rabbiosa ma tanto rabbiosa quanto disordinata e sterile. Tanti palloni giocati a centrocampo, ma senza trovare varchi, schemi, azioni pericolose. Turati, il portiere della Reggina, ha toccato pochi palloni perché il filtro, gli amaranto, lo facevano a centrocampo e i difensori quando venivano chiamati in causa sembravano imbattibili nella lotta impari con gli attaccanti del Perugia. C’è però da aggiungere che le due punte, Matos e De Luca, e, poi, Murano, non hanno colpe specifiche, se sono stati sempre costretti a cercare palloni tornando indietro, senza mai un compagno in grado di verticalizzare, di costruire un’azione con i crismi della pericolosità. Avere un leggero predominio, solo ruminando calcio nella zona centrale del campo non serve, e non è servito a nulla, se non a mostrare la impressionante e preoccupante sterilità offensiva. Dal canto suo la Reggina ha chiuso tutti gli spazi con abilità e ha bloccato, al limite della propria area, ogni tentativo, in verità quasi sempre velleitario, del Perugia. In queste condizioni di stallo l’unica novità poteva venire solo dalla Reggina che, infatti, al 45’, in una delle azioni di alleggerimento ha trovato, con Bellomo, il gol del raddoppio. A quel punto anche se ancora mancava un tempo, si capiva, guardando l’assoluta inconcludenza dei grifoni, che i giochi erano fatti. La Reggina non ha corso alcun rischio e si è limitata a controllare, senza affanno, la gara. È la seconda partita che il Perugia perde in casa, ma contro l’Ascoli c’erano state le prodezze di Saric, e un calcio di rigore discutibile, oggi non sappiamo come spiegare non tanto la sconfitta quanto la prestazione sconcertante. Una serataccia? L’auspicio è che da Ferrara, il primo novembre, dalla gara con la Spal, arrivino notizie tranquillizzanti. La Reggina veleggia nei piani alti, al secondo posto, e sembra sia diventata, a sorpresa, anche una protagonista del campionato. È presto per dirlo, ma i presupposti ci sono tutti.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

Commenti

  1. Analisi condivisibile e nello stesso tempo inquietante per il futuro del Grifo. Speriamo sia stata solo una serataccia!!

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