Ai ballottaggi diminuisce ancora del 10% l'affluenza degli elettori alle urne, ma al funerale della democrazia tutti, incredibilmente, festeggiano
La
chiamano, almeno così fa l’Ansa, “disaffezione al voto”. Il fatto che, ai
ballottaggi, l’affluenza alle urne degli elettori sia diminuito, rispetto al
primo turno, di un altro 10%, come peraltro era facile prevedere, non solo non ha
interessato a nessuno, ma i politici hanno trovato anche il modo, con la faccia
di bronzo che si ritrovano, di applaudire e festeggiare. Sembra incredibile.
Già al primo turno era andato a votare meno della metà, ora questa
partecipazione è diminuita ancora e non scandalizza nessuno. Nei talk show c’è
qualcuno che ne parla, così, en passant,
per il resto si commenta la vittoria di questo e di quello. Io penso di non
essere il solo a vedere che questo fatto non sia disaffezione come dice l’Ansa,
si tratta piuttosto di un giudizio pesantemente negativo, ai partiti prima ancora
che ai singoli candidati scelti. Che, comunque, per prendere quella miseria di
voti hanno dovuto avere, a sostenerli, sia i candidati cosiddetti vincitori che
i vinti, 6, 7, qualche volta anche 8 liste. Senza quelle centinaia di candidati
a supporto sarebbe andata decisamente peggio. Oggi, nei soliti sondaggi del
lunedì, Enrico Mentana, si è dimenticato di leggere il dato più significativo e
preoccupante: il 41 % degli intervistati “non si esprime”. Certamente. È stata un’ignobile, indecente gazzarra
continua in questi due anni tribolati, sofferti, tormentati dalla pandemia, ad
aver provocato la nausea agli elettori. Queste continue eterne polemiche, l’uno
contro l’altro, per tutto, dalla questione più banali a quelle più serie. Ma
come facciano a non capire che così facendo non possono che provocare il
disgusto, l’allontanamento dei cittadini dalla politica. Forse è troppo sperare
e pretendere di avere degli statisti, ma è davvero insopportabile rassegnarsi a
vedere questa classe politica così superficiale e scadente. Che vorrebbe pure
il voto. Un continuo oltraggio, intollerabile, nei confronti dei cittadini,
della loro intelligenza, della loro dignità. E non si tratta di questo o quel
partito, tutti hanno dato il peggio, e si sforzano, con ostinazione, di continuare
a dare il peggio. La lontananza dei politici dai cittadini è diventato un
baratro. Una volta erano presenti, in ogni piccolo centro, dal Nord al Sud, le
sezioni dei partiti, tutti, dalla Dc al Pci, al Psi al Msi, dal Pli al Psdi. Erano
i luoghi dove si tenevano i rapporti continui tra iscritti, e simpatizzanti,
con gli eletti. Ora non c’è più niente. I candidati al Parlamento, e non solo
quelli, li scelgono i sei, sette segretari dei partiti e gli elettori, se
vogliono, sono chiamati solo ad avallare le scelte, spesso di illustri
sconosciuti, fatte altrove. È stato quasi emozionante vedere, durante l’estate,
a Limbadi, un piccolo paese della Calabria, un gruppo di cittadini, di propria
iniziativa, fare un circolo, “circolo del Pd”. Chissà, forse bisognerebbe
cominciare da lì.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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