La singolare partita a poker di Renzi al tavolo del governo
Ho letto su un giornale che
Matteo Renzi è considerato, negli ambienti politici e nelle leggende
metropolitane, un giocatore di poker. Allora ho immaginato come si possa
svolgere questa virtuale partita. Al tavolo verde sono seduti Giuseppe Conte,
presidente del Consiglio, Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, Luigi
Di Maio, ministro degli Esteri e leader dei 5 Stelle e, Matteo Renzi,
segretario di Italia viva. Manca Roberto Speranza, del partito Liberi e Uguali,
perché a lui gli hanno affidato un altro gioco, anche questo ad alto rischio,
quello della Sanità. Renzi, in realtà, non ci doveva essere, si trova lì per
tante strane e bizzarre coincidenze, perché il 10 agosto del 2019 ha
approfittato di un momento d’incertezza di Matteo Salvini, che si era
allontanato per un attimo dal tavolo del governo, in quanto qualcuno gli aveva
promesso, illudendolo, di poter fare facile incetta di una montagna di gettoni,
e così, al ritorno, il segretario delle Lega non ha trovato più, né il posto né
le fiches. Era piombato come un falco, l’altro Matteo, cioè Renzi che gli aveva
preso il posto, e pure le fiches. Renzi, in verità, gioca con i gettoni che ha
sottratto agli altri, anche a Zingaretti e al Pd, a Berlusconi e a Forza Italia
e a Di Maio e ai 5 Stelle. Un bel gruzzoletto di gettoni che gli consente di
poter stare al tavolo governativo con una certa arroganza, tipica del
personaggio, senza che nessuno gli abbia mai detto di essere un baro e che
quella dote, di cui si vanta, e si fa forte, sia venuta da una pesca di frodo.
Ma dove brilla il senatore di Rignano sull’Arno, è nel bluff. In questo non lo
batte nessuno. Avrebbe potuto avere competitori e avversari pericolosi se ci
fossero stati, a quel tavolo, a giocare con lui, Silvio Berlusconi e lo stesso
Matteo Salvini. Così, non ha rivali, bluffa quando vuole, quindi quasi sempre.
Al tavolo non ci sono concorrenti coraggiosi ed esperti, gli basta un tris,
anche di 7, per vincere facilmente. Perché ogni volta punta sul rilancio e gli
altri, timorosi, passano, pur avendo un punto migliore, mai nessuno che sia in
grado di dire “vedo” e scoprire il bluff. È così che tiene in scacco gli
avversari nella partita al tavolo verde del governo e del Paese.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
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