Conte come Ulisse, tra Scilla e Cariddi

 

La navigazione del governo di Giuseppe Conte è stata quasi sempre difficile, ma in questi giorni lo è ancora di più. Crisi di governo, rimpasto, nuove elezioni. Minacce, mostri e insidie dappertutto.  Lui, per precauzione, si è fatto legare alla poltrona di palazzo Chigi, per cercare di proseguire il viaggio fino al termine della legislatura, ma ci sono molti che vogliono defenestrarlo. Sul tavolo, nelle ultime ore, due argomenti rischiosi: la riforma del Mes (Meccanismo di stabilità), ma soprattutto la gestione dei fondi europei per la Nex generation Eu, 209 miliardi di euro. Da una parte ci sono una decina di deputati e 5-6 senatori dei 5 Stelle che non vogliono avere nessun contatto con il Mes, neppure per modificarlo, che potrebbe portare altri 36 miliardi di euro. Non si tratta di chiedere questi soldi, solo di modificare le modalità, ma già questo è motivo di contrasto, prevalentemente ideologico. Tutti questi soldi, poi, è bene ribadirlo, non sono manna, come si potrebbe intendere guardando la televisione, sono debiti, salvo quella parte che dovrebbe essere a fondo perduto, a cui, comunque dovremo partecipare anche noi. Le risorse del Nex generation Eu dovrebbero arrivare, se toglieranno il veto Polonia e Ungheria, e servire per le prossime generazioni, investimenti strutturali, per fare il nostro Paese “più moderno, più verde e più coeso”, ma i politici, con la voracità che li contraddistingue, pensano che Conte stia apparecchiando, con 6 manager amici e qualche ministro, una ricca tavolata, a cui vogliono tutti partecipare. Se sul Mes conta l’ideologia della fronda degl’irriducibili del no grillino, sui soldi pesa ancora di più l’interesse. E così il ministro Teresa Bellanova, stella renziana della costellazione governativa, ha rilevato che la struttura di comando del Recovery plan “esautora i ministeri ed è a rischio di incostituzionalità” e per questo non avrà i voti di Iv, né in Consiglio dei Ministri né in Parlamento. E allora, la domanda, di queste ore è: il governo rischia la bocciatura e la crisi? Penso di no. Non solo perché in Senato, dove i numeri, per la maggioranza, sono esigui, si troveranno sempre, comunque, i “responsabili”, ma soprattutto perché il sostegno a Conte, e al governo, verrà dai familiari di chi minaccia la crisi e lo scioglimento delle Camere. Mogli, figli, sorelle, nipoti sono tutti mobilitati per dire ai parlamentari “ribelli” che vorrebbero fare la crisi di governo, rischiare lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate: sei un pazzo irresponsabile a votare no, non vedi la pacchia che ti (e ci) garantisce il tuo status. Ci sono altri due anni di cuccagna e tu vuoi distruggere tutto? Che t’importa di quello che fa Conte? L’importare è mantenere il bilancio familiare con questi altri due anni di cuccagna. Sappi che, soprattutto ora, dopo il taglio dei parlamentari, “di doman non c’è certezza”. Lo so che è una lettura triste del "senso dello stato" della nostra classe politica, ma così è. E Conte proseguirà il suo viaggio per altri due anni.       

                    Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia  

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