"Siam pronti alla morte"...un po' meno per la Coppa Davis e la Nazionale di calcio
Tutti
insieme, nelle manifestazioni importanti e solenni, cantiamo l’Inno di Mameli. Ormai
ci viene spontaneo la parte che conosciamo meglio: il ritornello con
“stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l’Italia chiamò”. A
sottolineare il coraggio, la volontà, il sacrificio e l’unione di un popolo di
fronte alla chiamata alle armi, pronti anche al dono della vita per difendere la
patria. Qualche settimana fa c’è stata un’altra chiamata di ben altro valore e
ben altra importanza, e senza nemmeno il rischio della vita: si tratta della chiamata
della patria sportiva, per rappresentare l’Italia nella Coppa Davis, la cui
fase finale si disputerà a Bologna da oggi a domenica 23 novembre. Jannik
Sinner, n.2 al mondo, già da qualche settimana, prima ancora del torneo di
Torino, ha declinato l’invito del capitano Filippo Volandri perché “sono stati
mesi impegnativi, devo staccare”. Con lui in squadra l’Italia ha già vinto la
Coppa sia nel 2023 che nel 2024. Dopo Sinner anche Lorenzo Musetti, qualche
giorno fa, ha dato forfait in quanto stanco e stressato, pure in attesa di
diventare papà. Così a Bologna, a rappresentare l’Italia, ci saranno Flavio
Cobolli, Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego per i singolari, mentre per il
doppio il collaudato duo Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Sia Sinner che
Musetti avranno avuto le loro buone ragioni di rinunciare alla Davis, pur
sapendo della enorme delusione che i loro rifiuti avrebbero provocato nei
tifosi italiani, che ormai da qualche tempo tifano per loro a prescindere, e li
seguono in tv, con passione ed entusiasmo, in giro per il mondo. Per le Atp
Finals di Torino, davanti alla televisione, ci sono stati ben 7 milioni di
tifosi. Ecco, a questi tifosi, rinunciando alla Davis, è stato fatto uno
sgarbo. Perché anche i tifosi hanno le loro pretese, chiamiamole pure
patriottiche: avrebbero voluto vedere i loro campioni, in questi giorni, con la
maglia azzurra a difendere e far vincere l’Italia. Una pausa, una settimana
senza pensare agli interessi personali, insomma, la avrebbero dovuto e potuto
trovare. A Bologna, Carlos Alcaraz, n.1, c’è, a difendere la Spagna, pure mezzo
acciaccato. Speriamo solo che i
sostituti, i tennisti che ho sopra citato, siano in grado di fare bene e
vincere lo stesso la Coppa, senza rimpianti. Cominciando, domani, contro
l’Austria. Sinner e Musetti sono ovviamente liberissimi di fare come vogliono; sappiano,
però, che, nella vita c’è, ci deve pur essere, qualche sentimento, qualche
valore che sia più importante, più apprezzato del denaro. Con la Nazionale del
calcio sono capitate cose simili. Dopo le ridicole e patetiche dimissioni di
Luciano Spalletti, per il disastro che aveva combinato, si è visto che la
strada degli azzurri per i Mondiali di Canada, Messico e Stati Uniti, del
prossimo anno, si era ridotta ad un minuscolo sentiero che potrebbe anche portare
al terzo fallimento, e così si sono defilati, dopo qualche giorno di
riflessione, Claudio Ranieri, Stefano Pioli e qualcun altro. Solo allora
Gabriele Gravina e Gigi Buffon hanno scelto Rino Gattuso. Un ripiego, ovvio. Lo capisce lui stesso che ammette, con una
vena triste e malinconica, “certo che ci sono tecnici più bravi di me”. È vero,
ma è anche vero che non ce ne sono tanti che abbiano la sua forza e il suo
coraggio. Un motivo in più per meritare tutta la stima dei tifosi italiani. Al
termine della partita contro la Norvegia, Rino ha voluto chiedere scusa ai
tifosi per la sconfitta e la deludente prestazione, peraltro dopo una partenza
promettente e incoraggiante. Si è trattato di un gesto generoso e apprezzabile,
ma non era necessario. I tifosi sono più intelligenti di quanto si voglia far
credere, capiscono, si rendono perfettamente conto che la minestra, che è stata
affidata a Rino, è modesta e il c.t. può farci poco, se non metterci tutta la
sua grinta e la sua passione e, perché no, anche la sua bravura. E' evidente che la decisione di aprire, anzi spalancare, le porte agli stranieri ha portato a queste disastrose conseguenze. Ora, per
esserci tra le 48 squadre del Mondiale, bisogna battere, nei play off di marzo,
le avversarie che saranno sorteggiate giovedì, alle 13, a Zurigo. E se Rino
Gattuso riuscirà nell’impresa, cosa fortemente auspicabile un po’ da tutti,
dobbiamo ringrazialo doppiamente perché è stato coraggioso e bravo.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
Buongiorno Fortunato...complimenti per la schiettezza con la quale affronti gli argomenti e poi li scrivi...👏👏👏
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