Un pareggio dal sapore, e dall'effetto, della camomilla, Torres-Perugia (1-1)
Dopo
l’Arezzo, prima in classifica, la trasferta in Sardegna per affrontare
l’ultima, la Torres, con tre punti in palio importanti perché contro una
decaduta, peggio del Perugia, diventata sorprendentemente avversaria diretta
per salvare dal naufragio questo campionato. Giovanni Tedesco, che aveva
trovato l’architrave del suo gioco con l’asse Bartolomei - Manzari (oggi
entrambi indisponibili) ha dovuto provare, sperando negli stessi risultati, il
tandem Giunti - Torrasi. Con scarsi risultati, perché il gioco è tornato ad
essere un labirinto di passaggi inutili senza nemmeno la costruzione di una
vera azione da gol. Le pochissime volte che Zaccagno, l’estremo difensore della
squadra rossoblù, è stato impegnato, è successo per iniziativa personale e a
farlo è stato comunque sempre e solo Montevago. Così, a cercare con maggiore
insistenza il gol è stata, soprattutto nel primo tempo, la Torres, vivacizzata
dal ritorno in panchina di Alfonso Greco. Già al 21’ Gemello si è salvato due
volte respingendo sulla line di porta i tiri di Sala, ma al 41’, su un cross
dalla destra, il portiere del Perugia ha deviato la palla sull’occorrente
Starita che di testa ha segnato a porta vuota. La reazione degli ospiti è
racchiusa in un tiro di Montevago che, prima della fine del tempo, ha costretto
Zaccagli ad una parata impegnativa. Il secondo tempo è cominciato con il
Perugia più intraprendente e al 55’ in una discesa di Montevago il pallone è
entrato in area, Brentan, pressato da Bacchin, nel tentativo di respingere ha
fatto un clamoroso autogol. Il pareggio ha provocato qualche apprensione di
troppo alla Torres, ma i grifoni non ne hanno saputo approfittare, e non hanno
mai cercato, con insistenza e la giusta determinazione, a pressare per mettere
alle corde un avversario che aveva paura di perdere. Invece i sardi, al 93’, hanno
avuto l’occasione per vincere: Masala lasciato libero, di testa, ha sfiorato il
palo della porta di Gemello. Un punticino, cino, cino, un pareggio che serve a
poco, con il sapore, e l’effetto, della camomilla.
Fortunato Vinci - www.lidealiberale.com
- Agenzia Stampa Italia
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