Le vergogne nascoste nella dichiarazione dei redditi dei parlamentari
I
giornali hanno riportato, con grande rilievo, quanto hanno guadagnato, nel 2024,
i nostri parlamentari. E da quei documenti emergono, per l’ennesima volta, i vergognosi
privilegi di cui godono i deputati e i senatori. No, non si tratta
dell’indennità (l’equivalente dello stipendio per gli altri lavoratori), quella
mi pare congrua, anzi, se proprio devo essere sincero, Giorgia Meloni i suoi
180 mila euro se li è guadagnati, se non altro per la fatica di tenere a bada
il suo scompigliato cocuzzaro, a cui si è aggiunto, a ingarbugliare di più i
problemi, Donald Trump. Quindi, non è la somma principale che induce
all’indignazione, è che a questi compensi bisogna aggiungere 3.500 euro al mese
per le spese di soggiorno a Roma (quando ci vanno) e poi il rimborso, pari a
circa 3.700 euro per i trasferimenti verso l’aeroporto di Roma, e anche 1200
euro, l’anno, per spese telefoniche e, poi, tutti possono viaggiare
gratuitamente sulle autostrade, in treno, in nave e in aereo a livello
nazionale. E ci sono altre vergogne con gli altri privilegi, come il fatto che
chi vuole può fare, nel contempo, senza nessun limite e decenza, il doppio e
triplo lavoro. Un dipendente pubblico non lo può fare, se non a certe
condizioni e non lo può nemmeno fare un pensionato se non per compensi ridicoli
o rimettendoci parte della pensione. E allora c’è da chiedersi: se fanno il
doppio e il triplo lavoro, possono presenziare pure ai lavori della Camera e
del Senato? Ai senatori lo impone (inutilmente) l’art. 1, comma 2 del regolamento
del Senato: “I senatori hanno il dovere di partecipare alle sedute
dell’Assemblea e ai lavori delle commissioni”. A palazzo Madama, quasi sempre,
ci vanno solo una ventina (su 200), mentre c’è chi ci va pochissimo, come Guido
Castelli (Fratelli d’Italia) con il 14,38% delle volte e Francesca La Marca
(Pd) che è stata presente nel 37,3% delle votazioni; e chi non ci va quasi mai come
i senatori a vita Mario Monti (0.81%) e Carlo Rubbia (0,4%) o, proprio mai,
come Renzo Piano, che non ha mai messo piede a palazzo Madama. Alla Camera record
negativo di Umberto Bossi(Lega) perché ammalato, poi c’è Antonio Angelucci (Lega),
un caso più unico che raro, perché, pur avendo assenze record (99,85%), è alla
quarta legislatura, cioè quasi vent’anni. Nessuno si permette di criticarlo
perché ha le cliniche e i giornali, così che può lottare, strenuamente, a chi
fa peggio con Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia) che ha il 99,19% di
assenze, ma nemmeno lei può essere disapprovata perché ha impegni animalisti e
non può certo pensare al Parlamento. Dal canto suo Marta Fascina (Forza Italia),
per lungo tempo assente perché provata (lo ha confessato lei stessa) dalla scomparsa
di Silvio Berlusconi, ha votato 835 volte e assente 13 mila volte. Ma ve li
immaginate un’azienda in cui i dipendenti vanno al lavoro quando vogliono
perché fanno tante altre cose? E hanno
tutti quei privilegi, e prendono pure tutti quei soldi. Come si chiama? Io
direi scandalosa indecenza, ai massimi livelli.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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