Controllano e scoprono tutto meno gli evasori fiscali, emerge il Paese dello "spionaggio" diffuso che irrita i politici

Imperversa la bufera, cresce all’infinito la rabbia e l’indignazione dei politici italiani, che, si è scoperto, sono tutti, o quasi, controllati, anzi spiati, così si colora di giallo, e si avvolge nel mistero, tutta la faccenda. Qualche giorno fa ho scoperto di essere controllato anch’io attraverso un trojan nel mio telefonino (leggi: “I tre indizi che fanno una prova dell’inquietante trojan che abbiamo addosso e ci segue ovunque”) poi si è saputo di uno “spionaggio” diffuso scoperto dalle indagini della Procura della Repubblica di Perugia, guidata da Raffaele Cantone. Si tratta di accertare le violazioni che sono state commesse, con un monitoraggio, considerato abusivo, degli archivi informatici riservati. Attualmente gli indagati sono 15, tra cui alcuni giornalisti, ma i protagonisti sembrano essere stati, da queste prime, sommarie indagini, il tenente finanziere Pasquale Striano e il pm Antonio Laudati, entrambi, all’epoca, in servizio alla procura nazionale antimafia. Per intercettare e sapere tutto di politici, economisti, calciatori e, a vario titolo, tante altre persone, annoverate come vip, hanno usato due formidabili strumenti informatici, Silva e Serpico. Il primo è il Sistema informativo valutario in uso alla Finanza e il secondo è l’acronimo di Servizi per i contribuenti. Nasce spontanea una domanda, peraltro impregnata di molto stupore, come sia possibile, avendo a disposizione questi straordinari strumenti informatici di intrusione nella vita quotidiana di ognuno di noi, che, in Italia, ci sia un’evasione fiscale record, con più di cento miliardi di euro, ogni anno, sottratti al fisco? Si interessano di tutto meno che di evasione? La seconda domanda è chiedersi a cosa e, soprattutto, a chi servivano le informazioni raccolte, perché se servivano agli uffici per fare indagini (seppure con l’evidente e precisa esclusione delle possibili evasioni) non capisco cosa ci sia di strano e di illegittimo. Allora a cosa servono Silva e Serpico? Se non servono per controllare? Sorprende anche che ci sia stata un’indignazione plenaria dei politici che, invece, dovrebbero essere contenti di poter far sapere agli elettori che non abbiano conflitti di interesse, che non abbiano rapporti con le organizzazioni mafiose, che paghino regolarmente i tributi, che non abbiano conti correnti all’estero, che non siano corrotti, insomma, che siano in grado, avendo funzioni pubbliche di assoluto rilievo, di poterle adempiere come vuole (“hanno il dovere”) la Costituzione, con “disciplina e onore”. Quale migliore occasione di servirsi del tenente Pasquale Striano per dimostrare di poter tranquillizzare gli elettori che quello che hanno fatto, e fanno, sia tutto lecito e che non ci sia nulla da nascondere? E, invece, no. Hanno fatto dichiarazioni di fuoco. Viene il sospetto che abbiano qualcosa da nascondere. Il più loquace è stato, e non poteva essere diversamente, Matteo Salvini: “Se così fosse sarebbe una vergogna degna dell’Urss”. Pensava a Stalin o si è confuso? Ha espresso il suo parere un altro gigante del pensiero della destra, Maurizio Gasparri: “Il dossieraggio della Procura nazionale antimafia è uno scandalo enorme, che oscura perfino quelli della P2 e della P3”. Se il finanziere e il magistrato, e tutti gli altri, abbiano commesso dei reati si vedrà, e si dovrà vedere pure in fretta, perché il reato di abuso d’ufficio sta per essere cancellato. Intanto, appare sconcertante che siano indagati anche i giornalisti che avevano trovato – ovviamente se tutto verrà provato e dimostrato dalle indagini – fonti sicuramente certe ed affidabili, per fare correttamente il proprio lavoro.    

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia 

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