Un Perugia acefalo non riesce a battere l'Alessandria e ad espugnare il "Curi" (1-1)
Dopo
la vittoriosa e travolgente trasferta di Cremona, nella partita
infrasettimanale, il confronto al “Renato Curi” con l’Alessandria, a zero punti,
doveva servire per verificare se i grifoni e Massimiliano Alvini avessero
imboccato veramente una nuova strada, fatta di promettenti e variegate certezze,
come ci è sembrato di aver visto allo stadio “Giovanni Zini”. E, invece, si è
tornati indietro, uno, due passi, fate voi, certamente una partita mediocre,
noiosa e senza occasioni. Due flash nei due gol e niente di più. Il tecnico biancorosso
anche oggi ha voluto fare gli esperimenti, mettendo alla prova del campo il
nuovo arrivato Ghion, e sostituito altri come Ferrarini, Matos e Burrai che
avevano fatto molto bene a Cremona. Oltre alle assenze scontate di Zanandrea,
squalificato, e di Angella un po’ acciaccato. Insomma un’altra squadra e
infatti è stata un’altra prestazione e un’altra partita. Un Perugia acefalo
contro un avversario come l’Alessandria, ultima in classifica, peraltro terrorizzata di poter subire la sesta
sconfitta consecutiva, con la peggiore difesa del campionato con una media di
tre gol a partita, non è riuscito a vincere. E poteva anche andare peggio. Perché
al 7’, Chichizola è uscito alla disperata per placcare Corazza lanciato a rete
e l’arbitro ha scelto il giallo, quando, invece, doveva punire con il rosso il
fallo da ultimo uomo del portiere. E qualche minuto dopo, al 13’, un giocatore
della squadra ospite passava la palla in maniera maldestra a Pisseri e De Luca
ne approfittava per aggirare il portiere e mandare la palla nella porta
sguarnita. Sembravano due episodi favorevoli, l'incipit della marcia
trionfale dei grifoni. Che potevano così, finalmente, espugnare il “Curi”. E
invece no. È stata una pia illusione perché passavano solo 3 minuti e il vantaggia
era già annullato: Prestia in mezzo all’area biancorossa colpiva di testa e
batteva Chichizola (1-1). I flash della cronaca sono solo questi, il resto è
noia, provocata da tanti passaggi inutili, di cursori senza idee, semplici
portatori di palla, senza sbocchi e senza verticalizzazioni, ignorando le
fasce. Un non gioco che ha favorito i grigi piemontesi che, senza soffrire e
senza affanno, hanno visto, come un miracolo, la conquista di un punto, che
serve per il morale e per salvare la panchina a Moreno Longo. Alvini, dal
canto suo, deve trovare un assetto che abbia una certa validità anche nelle
partite “difficili” che si giocano al “Curi”. E soprattutto deve trovare
qualcuno che a centrocampo, chiamatelo trequartista o come vi pare, purché sia
in grado di costruire qualche azione degna di questo nome. Kouan è uscito
nell’intervallo, al suo posto Gyabuaa, la fotocopia del primo. Burrai e Segre, che
avrebbero potuto avere qualche idea di gioco, sono entrati solo al 20’ del
secondo tempo. Non solo troppo tardi, ma Burrai si è sistemato, come al solito,
davanti alla difesa, lontano dagli attaccanti. Boh. La prossima, fra sette
giorni, in notturna, a Benevento, a incontrare qualche ex.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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