Le agevolazioni fiscali ai giocatori stranieri sono discriminatorie e danneggiano l'erario e lo Sport
Ho
scoperto, leggendo il Corriere della Sera,
i disastri che sono capaci di fare, con le Leggi, armi e strumenti che, come si
sa, usano in maniera maldestra e pericolosa, se non in maniera faziosa e spesso
anche con macroscopici conflitti di interessi, le mezzecalzette che ci governano.
Questa volta i danni li stanno provocando, contemporaneamente, all’Erario e allo
Sport. In particolare agli atleti italiani, incredibilmente e pesantemente
svantaggiati rispetto a quelli di provenienza straniera. Una cosa che sembra
inconcepibile. Spesso, guardando le partite, non solo di calcio, si vedono dei
giocatori stranieri del tutto inadatti, a volte brocchi inguardabili, e allora
viene spontaneo fare la solita, consueta domanda: possibile che da noi, in
Italia, non ci siano giocatori migliori? Certo che ci sono, ma gli stranieri costano
meno. Una volta, la risposta si esauriva qui. Ora, invece, sappiano che a farli
costare ancora meno è anche lo Stato. Sì, perché il Dpcm che ha modificato il decreto
Crescita, entrato in vigore nel 2019, ha esteso le agevolazioni fiscali anche a
favore degli sportivi professionisti, così se un giocatore viene da un
campionato estero, e rimane almeno due anni, per cinque periodi d’imposta pagherà
le imposte con il 50% di sconto. Anche se a beneficiare dell’agevolazione
fiscale, alla fine, sarà, comunque, la società italiana, in quanto i compensi dei
giocatori, in genere, sono al netto, la cosa, tuttavia, appare piuttosto
sconcertante e sorprendente. Se un calciatore ha un contratto di due milioni di
euro netti l’anno, per cinque anni, la società risparmierà 2,5 milioni di euro
di imposte. Immagino che sia stata questa la ragione alla base degli ultimi
acquisti di alcune squadre. Nell’ultimo calciomercato, che si è chiuso il 31
agosto scorso, il Milan ha acquistato 11 calciatori, 7 sono stranieri, il
Venezia ne ha ingaggiati addirittura 11, tutti stranieri. È una follia, perché così
si creano enormi difficoltà ai calciatori italiani che faranno sempre più
fatica a trovare spazio negli organici delle squadre dei campionati
professionistici. La normativa, non v’è alcun dubbio, è chiaramente discriminatoria,
pure in contrasto con la Costituzione. Il danno è anche di natura tecnica
perché incide, pesantemente, sulla qualità del gioco e dello spettacolo. Oltre
a consentire, se non proprio a incoraggiare, qualche operazione sospetta. Ci
sarebbe da chiedersi se è a conoscenza Gabriele Gravina, il presidente della Federazione
Italiana Gioco Calcio. Sicuramente ne è a conoscenza, ma se vuole rimaner dov’è
deve fare finta di niente. Cosa che, peraltro, ha già fatto. C’è, infine, da
soddisfare la curiosità dei lettori che, immagino, a questo punto si saranno
chiesti come mai abbiano fatto questa Legge. È un regime di tassazione
agevolata temporaneo, riconosciuto ai lavoratori “impatriati” cioè che
trasferiscono la residenza in Italia. È stata fatta per favorire anche il
ritorno dei cosiddetti “cervelli” di cui abbiamo tanto bisogno, fuggiti all’estero
dove guadagnano di più e pagano meno tributi. Solo che è stato un errore
estendere queste agevolazioni agli sportivi professionisti. Una decisione
ingiusta, discriminatoria, dannosa. Sembra anche immorale che un Paese,
indebitato come il nostro, si permetta il lusso di fare lo sconto fiscale a
giocatori che hanno, quasi sempre, retribuzioni spropositate, per non dire
indecenti.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.
com – Agenzia Stampa Italia
È certo che comprendere nella categoria dei professionisti tecnici quella dei calciatori, rappresenta un’ anomalia storica, infondata e spia di serie confusioni. Ciò che qualifica un bravo o bravissimo giocatore di calcio come “ footballer professional “ è l’aspetto mediatico e di testimonial pro-sponsor; non certo per meriti culturali, tecnici o scientifici di eccellenza. Naturalmente tale aspetto investe anche altre discipline sportive. Paradossalmente abbiamo una lungimirante azione legislativa che nobilita le appartenenze assolutamente ingiustificate e nocive addirittura dal punto di vista socio-economico. Non siamo messi troppo bene!!
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