Nella crisi di governo, le tentazioni di Berlusconi

 

Negli ultimi tempi c’è stato un insolito e frenetico intervento di Silvio Berlusconi che ha scritto più volte (Corriere della Sera, Giornale, Sole 24 Ore) che Forza Italia, rappresenta, nel panorama politico Italiano, l’unico vero partito di centro, europeista, liberale, equilibrato, responsabile. Mi pare che abbia voluto mandare un messaggio, ricordare che c’è, che ci potrebbe essere, disponibile, quello che serve, quello che potrebbe tornare utile al Paese in questo momento di pandemia e di crisi economica. Ma Forza Italia è all’opposizione, che aiuto può dare? Mentre al Quirinale sono cominciate le consultazioni per risolvere la crisi, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, vediamo gli scenari possibili. La prima ipotesi è quella di un ritorno, come se niente fosse accaduto, di Conte a palazzo Chigi e la ricucitura con Matteo Renzi e Iv. Certo, farebbero una figuraccia, ma ai politici questo sfugge, non hanno queste sensibilità, d’altronde sono episodi quotidiani, per loro rappresentano normalissimi incidenti di percorso. Questa soluzione ha il difetto, però, che sarà sempre, comunque, una maggioranza precaria, perché Renzi è stato sempre così: inaffidabile. Ma ora c’è un collante eccezionale: la gestione dei soldi del Next Generation Eu e le centinaia di nomine da fare. È una strada caldeggiata da una parte del Pd (inaffidabili anche loro, come sempre) e di un gruppetto di 5 Stelle. La seconda scena è la stessa, ma con un nocchiero diverso a Palazzo Chigi. La cosa oltre al fatto di non facile soluzione, è fortemente ostacolata dai 5 Stelle e i seggi che hanno alla Camera e al Senato contano. La terza ipotesi, alla quale peraltro si sta lavorando alacremente in queste ore, è trovare un gruppo di responsabili. In questa ottica è stato già costituito al Senato “Europeisti Maie Centro democratico”, ma finora sono pochi, e non aggiungono molto alla maggioranza dei 156 voti di qualche giorno fa, perché ci sono quelli che hanno già votato a favore del governo. La ricerca continua, naturalmente, cercando di convincere qualcuno dei transfughi a tornare alla casa madre. In questo contesto che ruolo può giocare l’opposizione? Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia andranno insieme dal Capo dello Stato, ma sono –  ci tengono a precisare – tre partiti diversi. Sull’atteggiamento da tenere non sono tutti d’accordo, a parte le dichiarazioni di facciata. Giorgia Meloni ha, da sempre, un solo tema da proporre, e un solo obiettivo: andare a votare. Solo che non vuole andarci quasi nessuno. Non lo vogliono i parlamentari, che non solo perderebbero i 350 mila euro, che sono le indennità fino alla fine della legislatura, ma la stragrande maggioranza di loro non ritroverà mai più il seggio in Parlamento, visto che con il referendum le poltrone sono state dimezzate. E di questo sono consapevoli loro stessi e le loro rispettive, ed allarmate, famiglie. Ma le elezioni non le vogliono nemmeno gli italiani, che vorrebbero, invece, prima possibile, i vaccini e i ristori, piuttosto che perdere tempo e altri 400 milioni con le elezioni anticipate. Questo “chiodo” dello scioglimento delle Camere ce l’ha pure Matteo Salvini, anche se, in alternativa, sarebbe disposto ad appoggiare un governo allargato. Meloni e Salvini, però, e questo è veramente incomprensibile, criticano, sempre e comunque, oltre l’operato del governo, l’operato dell’Europa. Un atteggiamento grave e irresponsabile, non solo perché ci sono stati concessi i 209 miliardi a tassi negativi, a parte quelli a fondo perduto, significa che restituiremo meno di quello che ci è stato prestato. Non solo, la Bce ci sta comprando (dai tempi di Mario Draghi, ricordiamolo) i titoli del Tesoro, che senza il sostegno della Banca sarebbero carta straccia. Silvio Berlusconi non la pensa affatto come gli altri suoi due alleati. Non la pensa come loro, soprattutto, nei rapporti da tenere nei confronti dell’Europa, ma non la pensa allo stesso modo nemmeno sulle soluzioni della crisi. Sì, certo, a Mattarella, Antonio Tajani, che al Quirinale, per Fi, andrà al posto di Berlusconi, dirà forse le stesse cose di Meloni e Salvini, ma, in cuor suo, l’ex Cavaliere vorrebbe svolgere un ruolo diverso, importante, possibilmente da protagonista, ambizioso com’è, da salvatore della Patria. È quello che ha fatto chiaramente capire nelle sue lunghe ed articolate interviste. Immagino che sarebbe disponibile a fare quello che è successo in Europa, con l’elezione della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, su cui sono confluiti i voti del Pd, dei 5 Stelle e dei Popolari europei, nel cui gruppo, c’è pure Forza Italia. Berlusconi nega che sia questo il suo obiettivo, ma penso che lo faccia perché teme il rifiuto dei 5 Stelle. Potrebbe dare, se non si trovano soluzioni migliori per lui, anche, chissà, un appoggio esterno. È successo tante altre volte in passato, non sarebbe uno scandalo. Lui, peraltro, sarebbe stato pronto ad entrare in maggioranza, con questa coalizione, già quando si è formato il governo con Conte 2, se, allora, non ci fosse stato il divieto assoluto da parte di Luigi Di Maio e dei 5 Stelle. Ora le cose sono cambiate, nel senso che mancano i voti, un dettaglio sul quale qualcuno potrebbe essere costretto a cambiare idea, se non altro per non dovere, domani, cambiare lavoro.

                     Fortunato Vinci –www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

 

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