La visione della salute, padronale, di Letizia Moratti
Ho
dovuto leggere più di un giornale per avere la conferma che quello che ha detto
il neo assessore al welfare e vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti,
non fosse una falsa notizia. Perché sembrava incredibile che ci fosse una
persona capace di dire una sciocchezza di tale enormità. Ha detto, in questa
rissa per accaparrarsi i vaccini, che la preferenza dovesse essere data alle
Regioni, secondo il Pil che producono. Come dire, prima lo facciamo noi ricchi
della Lombardia, poi, se rimane qualche dose, la diamo a quegli straccioni del
Sud. Non ci si può nemmeno indignare davanti a tanta squallore mentale e profonda
ignoranza costituzionale. Fa proprio pena. Ma può una persona di questo livello
occupare un posto importante e di assoluto rilievo nelle istituzioni? Non hanno
avuto conati di vomito Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a sentire quello che
ha detto la loro illuminata “creatura”, imposta, da qualche giorno, al
presidente Attilio Fontana? In verità ero rimasto stupito, e un po’ sorpreso,
quando ho saputo che per sostituire l’assessore Giulio Gallera, pasticcione,
inconcludente e inaffidabile, alla Regione Lombardia avevano pensato alla
riesumazione politica di Letizia Moratti, che già aveva ricoperto, tanti, vari,
importanti incarichi: presidente della Rai, ministro dell’Istruzione, sindaco
di Milano. Dappertutto non aveva brillato, ma ora ha veramente toccato il
fondo. E quando qualcuno ha osato muovere qualche critica ha fatto sapere che
“il concetto non è dare più vaccini alle Regioni più ricche, ma se si aiuta la
ripresa della Lombardia, si contribuisce alla ripresa del Paese”. Se invece –
aggiungiamo noi – si aiuta la Sicilia e la Calabria, sono soldi, e vaccini,
sprecati. La toppa peggio del buco. Poveretta.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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