Meloni: "Grazie a banche e assicurazioni" e ai cittadini-clienti che pagheranno il conto

 

La legge di bilancio, varata dal governo è ora all’esame del Parlamento e dell’Ue. Ci sono, come al solito, cose buone e cose cattive, e poi ci sono pure le misure beffarde e non veritiere per farci arrabbiare. Nella stagione dei bilanci, tutti, certo, ricorderanno che c’è stato l’exploit degli utili, miliardi di euro, sia delle banche che delle assicurazioni, sbandierati, peraltro, urbi et orbi. Risultati straordinari senza che nessuno abbia avuto il coraggio di far notare che ciò era avvenuto certamente per l’abilità degli amministratori, ma subito dopo bisognava aggiungere che non c’era stato un miracolo, c’era stato, molto più semplicemente, che a quell’esercito di cittadini – clienti era stato fatto pagare di più. Le banche e le assicurazioni offrono un ventaglio di servizi diventati ormai indispensabili, a cui nessuno si può più sottrarre. E ne approfittano, esagerando. Non so voi, ma io mi sento fortemente vessato sia dalla banca, dove tengo il conto corrente, sia dall’assicurazione. Sono un piccolo, anzi piccolissimo, risparmiatore e dalla banca non posso pretendere grandi attenzioni, però non ci sono nemmeno quelle piccole, perché le pochissime volte che mi è capitato di andare negli uffici, mi è stato subito rimproverato di essermi presentato senza prima prendere un appuntamento. Il Covid ci ha lasciato anche questo intollerabile strascico: serve, dappertutto, l’appuntamento! Un disastro. Le condizioni del mio contratto, imposte ovviamente dalla banca, sono che non ricevo un euro di interesse per i modesti risparmi depositati, pago, invece, mensilmente, per la tenuta del conto corrente, nonché, sempre mensilmente, per il cosiddetto “conto dossier titoli”, niente di esagerato, semplici e piccoli investimenti anche lì, e quando faccio qualche operazione, pago, naturalmente, anche quella. Inoltre, per i prelievi, tramite bancomat o carta di credito, paga chi ha il pos, tutte operazioni fatte online, quindi, con costi, per la banca, vicini allo zero. Poi fanno il business con gli interessi sui prestiti e sui mutui. E tralascio le operazioni di alta finanza più o meno speculative. Insomma una cuccagna. Il rapporto con la compagnia di assicurazione dell’automobile ha un percorso vessatorio ancora più irritante, perché aumentano sempre i premi, dovuto al fatto – raccontano quando si va a sottoscrivere il contratto – che sono aumentati i risarcimenti per l’alto numero di incidenti. I dati ufficiali dicono il contrario, ma quel che più conta è che i bilanci, a fine anno, mostrano utili miliardari che crescono di anno in anno: qualcosa non fila. Chi dovrebbe controllare è in perenne letargo, al limite della connivenza. Ai governanti, alla disperata ricerca di risorse, non poteva sfuggire una situazione così favorevole e, allora, si sono chiesti: perché non tassiamo questi utili smisurati, chiamati impropriamente “extra profitti”? Ci avevano provato già l’anno scorso, ma non ci sono riusciti, archiviando il tutto con un patetico compromesso. L’unico a non essere d’accordo, come al solito, è stato Antonio Tajani, che oltre agli Esteri deve pensare all’interno del partito di Forza Italia, dove ci sono gli interessi da tutelare della famiglia Berlusconi che, come si sa, oltre ad essere, di fatto, la proprietaria del partito, ha anche una banca, Mediolanum. Ma a palazzo Chigi, il segretario di Fi si è trovato in minoranza e ha dovuto cedere; gli hanno dato lo zuccherino cambiando nome, come se fosse tutto volontario, e lo hanno pudicamente chiamato contributo, pure volontario. Per questo, ieri, i ringraziamenti di Giorgia Meloni. Mentre sono ancora da definite le modalità si sanno solo gli importi: 4,3 miliardi quest’anno e più di 11 miliardi nel triennio. Non solo, alle banche e alle assicurazioni, hanno pure aumentato l’Irap, l’imposta regionale, con l’aliquota, ora salita, al 6,65% per gli istituti di credito e al 7,90% per le assicurazioni. E, allora, come finirà? Semplice, e pure scontato. Finirà che tutte queste imposte, il giorno dopo, sia le banche che le assicurazioni, troveranno il modo di trasferirle, con semplici e banali ritocchi dei costi, ai cittadini-clienti. Così che andranno ad aggravare la pressione fiscale, ormai insopportabile. Ufficialmente, invece, si dirà che il governo non ha aumentato le imposte, e tutti quei miliardi li ha ottenuti, volontariamente, come generose elargizioni delle banche e delle assicurazioni.  

 Fortunato Vinciwww.lidealiberale.comAgenzia Stampa Italia

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