Al Rimini basta un solo tiro per vincere facile al "Curi" contro il solito Perugia fantasma (0-1)

 

Uscire dal tunnel in cui si è cacciato, era il minimo che si poteva aspettare dal Perugia contro il Rimini, oggi, nella nona partita di questo tormentato e sofferto campionato. E, invece, è successo quello che è successo nelle altre precedenti partite. Un’altra sconfitta, la sesta di fila.  Con un solo tiro i biancorossi romagnoli hanno conquistato tranquillamente la vittoria e i tre punti. Facile, quasi scontato, per i ragazzi di Filippo D’Alesio avere la meglio contro il vuoto assoluto.  Mai visto una squadra in cui ogni singolo calciatore non sa cosa fare con la palla, e allora si libera prima possibile dandola a qualcuno che trova dalle sue parti e, molte volte, lo fa con ritardo e così l’avversario, quasi sempre più veloce, più aggressivo, più intraprendente ha la meglio, e il velleitario tentativo di costruire qualcosa svanisce sul nascere. Piero Braglia, alla vigilia di questa partita, si è detto sorpreso di questi risultati: sei sconfitte consecutive, tre soli punti frutto di tre pareggi, l’unica squadra, insieme con la Pro Patria, a non aver mai vinto su 60 squadre, dei tre gironi di serie C.  Dicevo della sorpresa del tecnico, perché durante la settimana, in allenamento, ha spigato nella conferenza stampa, i giocatori si impegnano e fanno bene tutto quello che devono fare, poi però questo non avviene - ha concluso laconicamente, Braglia - durante la partita. Forse - è una mia ipotesi - succede perché nelle partite ci sono gli avversari che vogliono vincere e negli allenamenti non ci sono. Rimane il fatto che non è possibile continuare in questo modo: oggi c’è stata una sola vera occasione per il Perugia al 4’, ma Ogunseye di testa, a due passi dalla porta, ha mandato fuori. Poi il solito ruminare calcio a centrocampo con gli ospiti che al 26’ si sono riversati nell’area del Perugia, la difesa, in preda al panico, ha ribattuto alla meno peggio due tiri, ma al terzo tentativo, Lepri ha battuto Gemello. Allo svantaggio i grifoni non hanno saputo reagire. Sì, nel secondo tempo hanno avuto la superiorità territoriale, ma, con il gioco descritto sopra, è impossibile costruire azioni da rete. Mai un tentativo sfruttando le fasce, mai un tiro da lontano (nella porta, intendo), nemmeno un sussulto d’orgoglio. Che fare? Penso che domani Piero Braglia dovrebbe sentire ogni singolo calciatore, chiedendo ad ognuno il perché di questo rendimento disastroso, in fondo sono dei professionisti, devono spiegare il perché di tutte queste incredibili difficoltà. Lo pretendono i tifosi, lo pretende la società. Far finta di niente, come se fosse normale, porta male. E si capisce cosa intendo. 

Fortunato Vinci - www.lidealiberale.com - Agenzia Stampa Italia

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