Giorgia Meloni, "la grande leader, giovane e bella, che sta facendo un ottimo lavoro". Di che genere?
Come
italiani non possiamo non essere contenti e orgogliosi di quello che abbiamo visto
e sentito, ieri, sulla scena dell’importante e storico “summit per la pace”,
che si è svolto a Sharm el-Sheikh. Donald Trump, il presidente degli Stati
Uniti, autore e regista oltre che assoluto protagonista di questa
indimenticabile giornata, ha pensato di rivolgere alcuni apprezzamenti a
Giorgia Meloni, “Chi è questa donna (peraltro l’unica, ndr) meravigliosa? Una donna giovane e bella, molto rispettata in
Italia. Una grande leader che sta facendo un ottimo lavoro”. Finito l’orgoglio, rimangono le domande sul
“lavoro” in corso. Trump, è probabile, che si sia riferito a quello che la
Meloni ha fatto e cioè di non riconoscere ancora lo stato di Palestina; e di
ridimensionare il valore e il significato delle tante manifestazioni di piazza
pro-Pal e delle missioni marinare della Global Sumud Flotilla. Poi, però, abbiamo
saputo che si sta preparando un papier sugli impegni che prenderà l’Italia, con
un gruppo allargato di paesi europei e arabi, sul processo di pace. E oltre a
partecipare alla ricostruzione immobiliare, ci sarà, da parte dell’Italia,
l’impegno per l’assistenza sanitaria, con l’ausilio ed il rafforzamento di
presidi ospedalieri sia a Gaza che in Giordania. Devo confessare che sono
rimasto sbalordito da questi impegni. Sulla ricostruzione immobiliare ci penseranno,
a fare il solito business, le imprese edili private, e va bene, seppure ci
sarebbe di sapere da dove arriveranno i finanziamenti. Quello del tutto sconvolgente,
però, è l’impegno sulla sanità. Ma Giorgia Meloni ha notizia di cosa succede
nella sanità in Italia? Evidentemente no, ignora tutto. Altrimenti non avrebbe potuto
prendere decisioni di questo genere. Lo sa che quando i pazienti si presentano
per chiedere una visita, anche urgente, viene loro risposto che potrà avvenire
tra sei mesi o un anno, e a qualcuno può capitare ancora più in là? Così, quasi
tutti – quelli che se lo possono permettere, gli altri rinunciano e accendono
un cero – sono costretti a rivolgersi ad una struttura privata, dove, per
esempio, una semplice visita oculistica - ieri, è successo a mia moglie - si paga 272 euro. Per non raccontare il
pomeriggio allucinante trascorso al pronto soccorso di Vibo Valentia in una
giornata di agosto. Oppure i disagi di sabato scorso al pronto soccorso
dell’Ospedale di Perugia, dove, ad un certo punto, c’erano 70 persone in
attesa. E in Calabria dove il medico di base, ormai, lo si può avere, se va
bene, a 60 chilometri dal luogo di residenza. Il disastro sanitario, nonostante
il lodevole impegno e la bravura dei medici e degli infermieri, potremmo continuare
a raccontarlo all’infinito. È una vergogna nazionale. E l’dea di andare a costruire
presidi ospedalieri a Gaza e in Giordania più che una decisione assurda appare
un’insopportabile provocazione. La maggioranza (troppo) silenziosa che subisce tutti
questi disagi e vessazioni protesta come può, anche non andando a votare. Dicono:
tanto non cambia nulla, che, però, non è, come viene generalmente giudicata, una
banale espressione qualunquistica, è, piuttosto, come si vede, l’amara sintesi
di una realtà proiettata al peggio.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
Commenti
Posta un commento