La magistratura allo sbando in un Paese senza certezze

 

Sono sconvolgenti, oltre ad essere di una gravità inaudita, le frasi riportate oggi su il Giornale dal direttore del quotidiano, Alessandro Sallusti. Come si sa, qualche anno fa, Alessandro Sallusti pubblicò un libro-confessione con l’ex magistrato Luca Palamara. L’ho letto e sono rimasto frastornato, quasi incredulo, che quello che era riportato potesse essere effettivamente avvenuto, perché c’erano troppi interessi e tanti intrecci scandalosi all’interno della magistratura, ma bisognava credere perché si trattava di fatti conosciuti direttamente, dall’interno della stessa magistratura, appunto da Palamara. Sembrava, quindi, che dovesse succedere il finimondo, non successe invece niente, se non un’indagine sullo stesso Palamara, mi pare già finita nel nulla. Ebbene, ora Sallusti torna su quel libro a proposito dell’indagine, conosciuta solo ieri, che la Procura di Caltanissetta, per rivelazione di segreto d’ufficio, sta indagando Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia. Prestipino, secondo l’accusa, avrebbe rivelato notizie riservate a proposito di indagini sulle cosche della ‘ndrangheta per gli appalti sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Sallusti si è ricordato di aver scritto, su quel libro, qualcosa anche su Prestipino, ma si è ricordato anche di un altro particolare. E cioè che all’indomani dell’uscita del libro un importante procuratore lo chiamò e gli disse: “Ho letto e riletto il vostro libro, mi sono appuntato una trentina di ipotesi di reato, ma non vostre, bensì dei miei colleghi citati. Ma non succederà nulla, cane non mangia cane e poi sono in gioco interessi troppo grossi”. E Sallusti si è tenuto per sé, per tutto questo tempo, una cosa così sconcertante?  Ma se la magistratura è così malridotta, e non si fa niente, a cosa serve? L’ennesima domanda inquietante in un Paese ormai senza certezze.  

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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