Due sedie e una speranza nel segno di Papa Francesco

 

Se è vero, come pensiamo noi credenti, che ci sia, di tanto in tanto, l’intervento del Cielo nelle faccende terrene, ebbene ieri è lecito immaginare che ci sia stato qualcuno che abbia voluto favorire l’incontro ravvicinato, nella Basilica di San Pietro, seduti su due sedie per quindici minuti, come al bar, di Donald Trump con Volodymyr Zelensky, e il convitato di pietra, Vladimir Putin. Qualcosa di straordinario in una giornata straordinaria, con 400 mila persone che hanno voluto partecipare ai funerali di Papa Francesco. Un bagno di folla eccezionale.  Seppure qualcuno ha trovato, non so se a torto o a ragione, motivi per criticare qualche passaggio del pontificato di Bergoglio, c’è che su due pilastri il Papa ha fondato il suo pontificato: la difesa degli umili e la pace.  Quella pace di cui l’umanità ha tanto bisogno e che tanti, troppi, stanno cercando di boicottare. Infatti ho pensato, tre anni fa, quando le truppe di Putin hanno invaso l’Ucraina, che il Papa sarebbe andato a Kiev per mettersi davanti ai carri armati sovietici. Affrontare il dittatore russo sarebbe stato un gesto clamoroso, come fece, 800 anni fa, Francesco d’Assisi andato in Egitto per incontrare, e cercare di convertire al cristianesimo, il sultano Malik al-Kamil. Forse non ci sono state le condizioni per un’azione così clamorosa, tuttavia Papa Francesco è andato quasi subito dall’ambasciatore russo per chiedere che Putin ritirasse le truppe dall’Ucraina. Purtroppo, come si è visto finora, non c’è riuscito; chissà se ora, dall’aldilà, riuscirà a fare qualcosa di più concreto. Certamente quell’incontro, improvvisato ed estemporaneo, di Trump – Zelensky, definito “molto produttivo”, non ha nulla di normale, e per questo si immagina possa essere un segno di Papa Francesco. L’umanità tutta ci spera.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

          

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