Ma Carlo Nordio, il ministro della Giustizia, che lavoro faceva?

 

Sì lo so, Carlo Nordio, adesso che ha 76 anni, è pensionato, e fa anche il ministro della Giustizia, ma la domanda era rivolta a prima, prima, cosa faceva? Che lavoro ha fatto?  Ho consultato anche Wikipedia perché a me risultava che avesse fatto il magistrato, pubblico ministero a Venezia. Eppure a sentire quello che ha detto ieri, nella relazione annuale al Parlamento sulla Giustizia, sembra che si sia occupato d’altro.  “Conferire poteri immensi al pm (il lavoro che ha fatto lui, per 40 anni, ndr) come capo della polizia giudiziaria mantenendo i poteri che ha, senza essere controllato, è un pericolo”. La cosa è sconvolgente. Sia che sia vera, sia che sia falsa. E non si sa quale sia peggio. Se le cose stanno così, in quarant’anni in cui lui è stato un “pericolo”, non si sa per chi, forse per la democrazia, non si capisce come mai non lo abbia mai detto. Forse non lo ha capito? O, forse, non ci voleva allarmare, noi poveri ignoranti. Ma, certo, è inspiegabile come abbia fatto ad aspettare così tanti anni a rivelare questo pericolo. Speriamo che oggi, il pensiero di Nordio non lo abbiano saputo tutti coloro - immagino siano stati migliaia -  che sono stati oggetto delle sue indagini. Non è vero quello che ha detto Nordio, ha fatto subito sapere l’Associazione nazionale magistrati: “Le parole del ministro tradiscono un’intenzione recondita: la voglia di ridimensionare i poteri del pm, che definisce “immensi” e invece sono sottoposti a continui controlli del procuratore e del giudice”.  E Nordio, in quarant’anni, come ha fatto a non accorgersi che le sue decisioni non erano senza controlli, ma verificate dal procuratore e dal giudice? Ma una persona così può fare il ministro? E prima - cosa ancor più grave -  poteva fare il magistrato?  

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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