Le sconcertanti "sviste" di Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera
Qualche
giorno fa, il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana nella sua
rubrica settimanale in risposta alla lettera di un lettore ha commesso delle
“sviste” sconcertanti. Il lettore aveva fatto un’analisi attenta e minuziosa,
anche impietosa, sulla scarsa, anzi pessima, qualità della classe politica. E
il direttore gli ha risposto che “una buona pratica e un buon esempio (pagare
le tasse, rispettare le leggi, comportarsi diligentemente) sono semi che
possono diffondersi e far migliorare tutto il resto”. Fin qui, sulla semina di
buoni esempi, non possiamo non essere perfettamente d’accordo, ma dove il
direttore non convince è quando dice: “E se alcuni politici non ci piacciono o
si comportano male abbiamo sempre un formidabile strumento, il voto, per
sostituirli. Magari con persone serie e responsabili, attente al bene comune”.
Peraltro è ciò che dice l’art.1 della Costituzione: “…La sovranità appartiene
al popolo…”. Ma come sia possibile che il direttore del giornale più autorevole
e più diffuso, di cui peraltro sono un affezionato lettore, non si sia accorto
che questa sovranità, ormai da tempo, non appartiene più al popolo, che tutto il
Parlamento viene scelto, nominato e imposto, dagli otto segretari dei partiti.
Tutti vorremmo “persone serie e responsabili, attente al bene comune”, ma nelle
liste ci sono mogli, vere o presunte, e, se si cambia lista, non va meglio
perché ci sono parenti e amanti, o i compari, per fare business e tante altre
porcherie. Trovare qualcuno “serio e responsabile, pure attento al bene comune”
è impresa disperata. Come ha fatto Luciano Fontana a non capire che la metà
degli elettori - cosa di una gravità assoluta - non va più alle urne perché il voto si è
ridotto ad un avallo delle scelte e le decisioni prese da altri, appunto i
segretari dei partiti. In queste condizioni come si fa a dire che il voto è un
formidabile strumento per sostituire i disonesti e gli incapaci? Come fa a non
accorgersi che l’attuale legge elettorale, così com’è, è in stridente contrasto
con la Costituzione? Anche il presidente Sergio Mattarella, nel messaggio
augurale di fine anno, ha detto che “democrazia è votare”, ma ha senso votare
se si è messi nelle condizioni di scegliere per dare concretezza a quella
sovranità di cui parla la Costituzione. La legge elettorale attuale è
incostituzionale e vergognosa. Il presidente Mattarella e il direttore Fontana,
avrebbero, nei due diversi, ma importantissimi ruoli, le possibilità e gli
strumenti per fare pressione sul Parlamento perché faccia una legge elettorale
che ridia la sovranità al popolo e faccia tornare gli elettori alle urne.
Siccome sono convinto che entrambi si rendano conto che per un Paese, in cui la
maggioranza dei cittadini non va alle urne, è un vulnus inaccettabile, mortifica la democrazia e la rende zoppa,
allora, non so perché non lo facciano. “Sviste” sconcertanti che non capisco.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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