"Corrono tutti all'indietro, roba da matti" dice Gianni Rivera

 

La rivoluzione, o se preferite l’involuzione, del calcio moderno sta nel fatto che la maggior parte dei calciatori passa la palla all’indietro, e molto spesso, in una partita, è addirittura il portiere che la tocca di più. Questi due dati, da soli, stanno a certificare il cambiamento epocale, per cui molti, soprattutto tra i meno giovani, coloro che sono in grado di ricordare il calcio spettacolo dei tempi andati, notano le differenze, e se ne rammaricano. Qualche mese fa, in una intervista al Corriere della Sera, Francesco Totti ha raccontato il ruolo importante del mitico n.10, come lo è stato lui, per una vita, nella Roma. Il n.10 era il calciatore con il maggior talento, costruttore e rifinitore di gioco, negli schemi era, in un certo senso, un privilegiato, perché era il calciatore al quale veniva spesso evitato il compito del recupero palla, lavoro “sporco” che faceva il mediano (uno o più) e, lui, collocato dietro gli attaccanti, rifiniva le azioni offensive, diventando, spesso, attaccante pure lui. Era il cuore pulsante di qualsiasi partita, che poi diventava appassionante spettacolo. Oggi su l’Unità Gianni Rivera, un altro indimenticabile mitico n. 10, del Milan, vede, come tutti, che i giocatori “corrono tutti all’indietro” e dice “roba da matti”. Ha perfettamente ragione, naturalmente; non si tratta di voler sempre tirare fuori il patetico, intollerabile… ai miei tempi. No, si prende solamente atto che è ciò che avviene da qualche anno: tanti passaggi indietro, facili e scontati, spesso chiamando in causa il portiere, che, dal basso, comincia a costruire, faticosamente, l’azione. La ragione di queste ragnatele, a volte sterili, asfittiche e noiose, è che nella zona nevralgica del campo non c’è più abbondanza di “piedi buoni”, e, per superare un avversario in dribbling, cosa importantissima perché così si ottiene la superiorità numerica nel centro del campo, bisogna avere, necessariamente, tocco raffinato della palla e talento, cose che mancano, fatte le debite e dovute eccezioni, ovviamente, nel bagaglio tecnico della stragrande maggioranza dei calciatori, che hanno, invece, in abbondanza (anche troppa) forza fisica ed energia. E solo queste non bastano per offrire pure lo spettacolo. 

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

Commenti

  1. Condivido pienamente le osservazioni riportate circa l’involuzione del calcio: forza fisica e qualità atletiche dei giocatori hanno ridotto il tasso tecnico, la fantasia ed il livello dello spettacolo.

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