I ricchi privilegiati, come Sinner, in fuga dai tributi italiani, e nessuno si chiede perché

 

Accanto alle celebrazioni, meritate, per la straordinaria vittoria a Melbourne, nello Slam, di Jannik Sinner, adesso arrivano, da tutti, i consigli non come migliorare il suo già eccellente bagaglio tecnico, ma se deve o meno andare al Festival di Sanremo. Il banale e il grottesco ai massimi livelli. A Jannik sono stati fatti i complimenti per il suo straordinario cammino nello sport, ma anche elogi sperticati, anche questi giustificati,  come uomo e come figlio, insomma un italiano da icona, perfetto. C’è solo un piccolo, grande, neo: ha deciso, da quando ha visto gonfiare il suo conto in banca, di trasferire il domicilio fiscale a Montecarlo. Questo, rilevano, indignati, molti lettori dei giornali che scrivono lettere di fuoco perché è scappato per non pagare i tributi in Italia. Lo hanno fatto anche molti politici mezzecalzette che occupano senza alcun merito e capacità le poltrone nelle varie Istituzioni. E non è la prima volta che lo fanno perché sono tanti i campioni, e in genere i ricchi privilegiati, compreso qualche politico, in fuga verso paradisi fiscali. Se è comprensibile, e del tutto legittimo, che queste critiche le facciano i contribuenti, è insopportabile che arrivino dai politici. A nessuna di queste mezzecalzette viene mai in mente di domandarsi perché Jannik Sinner, e i tanti altri come lui, scappano; a nessuno di questi politici viene in mente che la pressione fiscale in Italia è diventata, per chi paga, insopportabile, e mentre i ricchi privilegiati emigrano o evadono con estrema facilità i tributi, tanto che al fisco vengono sottratti, sistematicamente, ogni anno, cento miliardi di euro, il pesante  fardello fiscale rimane, quasi esclusivamente, sulle spalle dei lavoratori dipendenti e pensionati. In un misto, vergognoso e intollerabile, di iniquità, vessazione e ingiustizia. E, se avessimo la possibilità, tutti faremmo come Simmer, io per primo. Ci fosse, nei palazzi del potere, non dico qualche statista, che sarebbe pretendere troppo, ma qualche persona capace e lungimirante, capirebbe che, invece di criticare, la cosa più saggia sarebbe quella di spendere meno, riducendo drasticamente le poltrone e gli sprechi, e abbassare la pressione fiscale. Così Sinner e gli altri tornerebbero volentieri a pagare i tributi in Italia e tutti noi, vessati e indignati, impossibilitati a fare come Simmer, pagheremmo un po’ meno. A Jannik mi permetto di dare un consiglio, quello di non dire sciocchezze, come fanno spesso i politici, e cioè che vive a Montecarlo perché solo lì trova con chi giocare a tennis. No, molti italiani s'indignano, e si interessano, perché non paga i tributi in Italia, non perché non gioca e non abita in Italia, per il testo può fare - come fa - i suoi comodi in tutto il mondo. La motivazione - si renderà conto da solo - è un po' banale, e pure sgradevole. 

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

Commenti

  1. Valutazioni condivisibili e frutto di una tradizione più che decennale. Purtroppo all’ evasione delle tasse l’italiano medio è complice ed insensibile

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  2. Sono d’accordo, ma secondo me, bisognerebbe cominciare prima da vecchi professionisti dell’elusione fiscale (vedi grandi aziende e/o imprenditori lestofanti).

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