Chiudono i bar frequentati da pregiudicati, vale anche per il Quirinale?
La
rivoluzione sarebbe sconvolgente, ma, volendo, si può fare, ignorando la
Costituzione e le Leggi ancora in vigore. E informando, contestualmente, prefetti
e questori, e le forze dell’ordine, che le cose sono completamente cambiate. Mi
riferisco alla questione dei pregiudicati. Un po’ ovunque, ma, soprattutto, nel
Sud Italia i pregiudicati sono seguiti, quasi in maniera ossessiva, dalle forze
dell’ordine, e se vanno in qualche bar, la frequentazione viene immediatamente
segnalata al questore, il quale, quasi sempre, dispone la
chiusura degli esercizi. In Italia sono
decine, forse centinai, da Nord a Sud, passando per il Centro, gli esercizi
pubblici chiusi, temporaneamente o a tempo indeterminato, per le frequentazioni
dei pregiudicati. È previsto dall’art. 100 del Tulps (Testo unico delle Leggi
di pubblica sicurezza) che recita “oltre i casi indicati dalla legge, il
questore può sospendere la licenza di un esercizio…ove sia abituale ritrovo di
persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per
l’odine pubblico, per la moralità pubblica, e il buon costume o per la
sicurezza dei cittadini”. Il Tar della
Lombardia, sentenza n. 457 dell’11 /2 /2011, al ricorso di un barista, ha così
risposto: “È legittima la sospensione del locale pubblico frequentato da
soggetti pregiudicati, in quanto situazione idonea a creare allarme sociale indipendentemente
dalla colpa del gestore”. Il richiamo a questa legge è dovuto al fatto che a
febbraio, come tutti sanno, ci sarà l’elezione del capo dello Stato e nel
Parlamento ci potrebbe essere qualcuno non a conoscenza della suddetta normativa
sui pregiudicati, e non tenerne conto al momento del voto. Per questo, in maniera
del tutto opportuna, ho ritenuto necessario ricordarla, al fine di evitare che
al Quirinale venga eletto qualcuno pregiudicato. Sarebbe subito in grave
imbarazzo, prima di tutti, il questore di Roma, oltre allo scorno, come avrebbe
detto mia madre, per le istituzioni e per l’Italia. Ci sarebbe anche il rischio delle proteste di
tutti i baristi che si sono visti sospendere la licenza solo per il fatto che i
loro locali sono stati frequentati da pregiudicati. Due pesi e due misure,
sarebbe troppo da sopportare. Ce n’è già tanta di gente che contesta, evitiamo almeno
le proteste dei baristi, ai piedi del colle, con i cartelli “no-pregiudicati”.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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