Intrighi, ombre, sospetti, dalla magistratura al calcio, un Paese senza pace.
Da
mesi siamo tormentati dalle vicende, vergognose, sulla magistratura che ci sono
state raccontate da Luca Palamara. E che riguardano, nella stragrande
maggioranza dei casi, di come le correnti abbiano condizionato pesantemente
promozioni, carriere, processi. E se a questo si aggiunge quello che dicono i
pentiti sulla massoneria deviata, che impone le briglie ai magistrati, siamo
veramente al disastro. Notizie che lasciano macerie nella credibilità della
magistratura. Ma come sia possibile che chi è chiamato a giudicare, un compito
estremamente importante e delicato, vincoli e condizioni la sua delicatissima
missione (perché, senza alcuna retorica, di questo si tratta) con un peccato
originale. Come possa essere in grado di esercitare il suo ruolo di arbitro
della vita dei cittadini, facendosi pesantemente condizionare da altri, da chi
gli ha fatto fare carriera, da chi gli ha fatto occupare quel posto di rilievo
e di prestigio. Perché si è indotti, facilmente, a immaginare che se un
magistrato viene trasferito in un determinato posto, dopo aver sollecitato qualcuno
(collega, politico, massoneria deviata, e mi limito solo a questi) a spingere e
sostenere la sua candidatura, da questo o da quello, qualche interesse quelli
che intervengono per favorirlo, in qualche modo, qualche interesse dovranno
pure averlo, altrimenti perché lo fanno? Come sia possibile che ciò avvenga,
che sia avvenuto un’infinità di volte. E come sia possibile che pur sapendo da
più di un anno di queste storture e di queste vergogne che ne condizionano
l’autonomia di tanti magistrati, ancora non si sia arrivati alla prima,
immediata riforma che suggerisce il buonsenso: fare le nomine con il sorteggio.
Ci sono tre magistrati che ambiscono ad un posto? Benissimo, presentino la
domanda e i documenti e se tutti hanno i requisiti si faccia il sorteggio. Si
annullerebbero, in un colpo solo, i poteri straordinari e incredibili delle
correnti, così come ce li ha raccontati Palamara. E come si fa, dopo decine,
forse centinaia di scandali con la massoneria deviata che non si riesca, meglio,
non si vuole mettere una regola facile, semplice, efficacissima, solenne. La
funzione giudiziaria è incompatibile con l’iscrizione alle logge massoniche
deviate, chiunque risulta iscritto in questi elenchi viene escluso
immediatamente dalla magistratura. Situazione in parte diversa, sicuramente
meno importante, ma non meno inquietante, pare sia avvenuta nel settore
arbitrale del calcio, nell’Aia, Associazione Italiana arbitri. “Accuse in
procura, voti truccati per promozioni e dismissioni dei fischietti in B”. Porta
questo titolo la Gazzetta dello Sport. Un esposto è stato presentato a Roma,
alla Procura della Repubblica, dopo le dismissioni al termine della stagione
scorsa, degli arbitri Daniele Minelli e Niccolò Baroni. Ora sotto i riflettori,
anche della procura federale, la vecchia gestione dell’Aia, guidata da Marcello
Nicchi, sostituito, a febbraio, da Alfredo Trentalange. Ci sarebbero state,
secondo quanto sostengono i denuncianti, alcune forzature nelle valutazioni
degli arbitri con conseguente penalizzazioni di alcuni e favoritismi a
beneficio di altri. Anche qui sorge la solita, inquietante domanda. Perché c’è
qualcuno che vuole favorire la carriera di un arbitro e danneggiare la carriera
di un altro? E quello che viene favorito che cosa dà in cambio? Altrimenti che
interesse ci può essere per sostenere un arbitro invece di un altro. Un Paese
così malridotto riuscirà a riprendersi? I virus sono tanti, troppi, si annidano
dappertutto. E manca la volontà di combatterli, con o senza vaccini.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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