Un pareggio nel derby con la Ternana è il massimo per il Perugia attuale (0-0)
Qualche
punto più che per il tifo per non affondare. Forse non è mai successo che il
derby tra Perugia e Ternana si disputasse con tanti punti di distacco (12, e
senza la penalizzazione, 14) tra le due contendenti e soprattutto con i
pronostici della vigilia così nettamente favorevoli alle fere. Lamberto Zauli,
dopo solo due partite sulla panchina del grifo, si è trovato ad affrontare una gara
diventata straordinariamente importante, non solo per le rivalità tra le due
tifoserie, ma perché, già alla quattordicesima giornata, è un crocevia tra la
zona play off e la zona bassa della classifica, rischiosa e mortificante. Il
pubblico, nonostante la diretta tv, è quello delle grandi occasioni: 8721
spettatori, con una nutrita presenza di tifosi ternani. Il Perugia, non avendo
calcoli da fare, ha cominciato con un pressing alto per cercare di lasciare
poco spazio agli avversari, ma, purtroppo, come spesso accade, con il fucile, scarico,
e senza baionetta. Cioè senza attaccanti in grado di pungere. Il tris di
trequartisti Polizzi, Di Maggio, Matos non ha supportato l’unica punta,
Montevago, solo e innocuo nelle grinfie della difesa neroverde. Per mezzora è
stato così, con il bandolo della matassa nelle mani dei grifoni che non ne
hanno saputo né potuto approfittare per la solita, cronica impotenza offensiva.
Eppure Ignazio Abate, il tecnico della
Ternana, aveva fatto di tutto per favorire il Perugia, convinto, con un pizzico
di presunzione, di poter vincere facilmente, senza avere Cianci, il bomber
squalificato, e di poter fare a meno sia di Cicerelli, lasciato in panchina,
fino all’81’, che di Donnarumma, impiegato solo nei minuti di recupero. E così le
fere hanno costruito, per vincere, due sole azioni veramente pericolose, e solo
nel secondo tempo, vanificate dal portiere Gemello, oggi protagonista in
positivo. Un pareggio, dunque, dopo una gara non proprio entusiasmante, ma di
questi tempi il Perugia più di un brodino non può offrire, anche perché qualche
mossa di Zauli non ha convinto. Quando è entrato Seghetti (25’) per sostituire
Montevago, infortunato, a centravanti, fino a quando non è entrato Sylla, è
andato Matos invece di Seghetti, schierato come laterale sinistro di
centrocampo. Due errori in un solo colpo: Matos in attacco, nonostante lo
straordinario impegno, è pressoché nullo, come dimostra la sua carriera e nello
stesso tempo ha tolto ogni possibilità a Seghetti di fare quello che sa fare
meglio, l’attaccante. Insomma le difficolta offensive si vedono e sono
macroscopiche, ma se le poche tessere che ci sono non si mettono al posto
giusto il mosaico non si compone e rimane sempre incompleto è deludente. Un
punto certamente non è esaltante, ma alla vigilia anche un pareggio sembrava
una chimera.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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