Quelle incomprensibili maglie un po' larghe del Quirinale confessate dal presidente Sergio Mattarella
Gli studi di diritto
costituzionale fatti ad Economia e Commercio, a Messina e, dopo, a
Giurisprudenza, a Perugia (con Giuliano Amato docente) hanno lasciato, ancora, qualche
traccia, che, come una lente di ingrandimento, mi permettono di notare quando,
qualche volta, le leggi, non rispettano pienamente la Costituzione o,
addirittura, la violano palesemente. Da qui la sorpresa, manifestata più volte,
con tanti articoli, quando quelle leggi venivano firmate e promulgate, senza
battere ciglio, da un giurista sopraffino e persona autorevole e saggia, qual è
il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che è il garante ed ha il
dovere di vagliare la conformità delle leggi alla Costituzione. Funzione importante
e delicata, come ricordato, più volte, dallo stesso presidente Mattarella. Negli
ultimi tempi, due leggi, in particolare, oltre a quella sul “premierato”,
ancora in travagliata gestazione, mi sono sembrate incostituzionali: quella sulla
flat tax per alcune categorie di contribuenti (violazione macroscopica dell’art.
3 e 53 Cost.) e l’altra, appunto, l’Autonomia differenziata, di cui i giudici
della Consulta hanno stabilito che bisogna correggere 7 articoli su 11. Sempre
ieri, il presidente Mattarella ha confessato, parlando agli studenti, di avere promulgato
leggi che non condivideva. E poi ha aggiunto che la “metafora dell’arbitro è
calzante con il mio ruolo”. L’arbitro
deve ovviamente essere al di sopra delle parti, e, giustamente, “fuori dalla
contesa politica”, ma deve anche fischiare, e fermare il gioco, quando qualcuno
viola il regolamento, commettendo fallo. Sull’Autonomia differenziata
all’arbitro sono sfuggiti 7 falli, rilevati dalla Consulta: nella circostanza, diventata
Var provvidenziale. Mattarella ha poi aggiunto che quelle leggi erano state
varate dal Parlamento e “dovevo
promulgarle salvo che – ha precisato – non rilevo evidenti incostituzionalità,
ma non basta un dubbio, sennò usurperei i compiti della Corte Costituzionale “.
Veramente i compiti e gli effetti sono
diversi: la Corte cancella la legge, il presidente chiede solo il “riesame”,
art.66 Cost. Se le quattro Regioni non avessero fatto ricorso alla Consulta, la
legge (salvo l’eventuale possibile bocciatura con il referendum), avrebbe
prodotto gravi e spiacevoli effetti, violando pesantemente la Costituzione. Ed
è quello che sta facendo la legge sulla flat tax. Finché qualche magistrato non chiami in causa la
Corte Costituzionale la legge produce effetti devastanti perché divide in due
il Paese, tra chi è privilegiato dal fisco e paga la flat tax (imposta piatta
al 15%) come le partite Iva e i professionisti e chi è vessato e paga fino al
43% come i pensionati e i lavoratori dipendenti. L’arbitro, anche questa volta,
non ha visto il fallo grave, da cartellino rosso, e senza un altro,
provvidenziale intervento del Var, i danni e le ingiustizie rimangono enormi.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
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