Qualche puntino sulle i a proposito di migranti
La
questione dei migranti che arrivano nel nostro Paese è un problema enorme e di
difficile soluzione. Su questo credo non ci siano dubbi, nonostante le
irresponsabili semplificazioni che cercano di fare molti, più o meno direttamente
interessati alla faccenda. Credo che non ci siano dubbi nemmeno sul fatto che
non possiamo accogliere tutti e sostenere il peso di milioni di migranti che arrivano
da tutte le parti, senza soluzione di continuità. Se si parte da questi due
punti fermi la prima considerazione da fare è che, allora, bisogna trovare il
modo di arginare questo arrivo indiscriminato che sta per diventare une vera e
propria invasione. Sono stati fatti accordi, peraltro costosissimi, con alcuni
paesi (Turchia, Libia, etc.) affinché fermassero migliaia di persone disposte a
tutto per scappare dalla fame e dalle guerre, che attualmente sono 52. Un mondo
impazzito. Altri tentativi sono stati fatti per aiutare finanziariamente i
paesi poveri, così da migliorare le condizioni di vita di quelle popolazioni
sul proprio territorio. È costosissimo anche questo, seppure lodevole come
aiuto umanitario, ma si capisce che non si può fare per tutti. Se però queste iniziative
non sono state, né potevano essere, soluzioni definitive, si deve provare a
individuare qualcosa di alternativo. Sul come si innestano, oltre ad una
infinità di vergognose speculazioni, anche contrasti e polemiche. L’ultima
soluzione è stata quella pensata da Giorgia Meloni, con il trasferimento dei
migranti in Albania, subito vanificata dagli interventi della magistratura. Si
è scatenata così la 53esima guerra: quella tra governo e magistrati. Assurda e
indecente. Sono due poteri ovviamente distinti e in un paese democratico non
possono, non devono, assolutamente, essere avversari e contrapposti, perché entrambi,
nelle loro specifiche competenze, in ruoli peraltro delicatissimi, devono
essere liberi di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini: i politici per
amministrare e i magistrati per controllare che tutto avvenga secondo i
principi della nostra Costituzione. Il conflitto perenne, come sta avvenendo in
Italia, è un’anomalia, un vulnus alla
democrazia, inaccettabile. Sulla decisione dei giudici aspettiamo che arrivino
chiarimenti dalla Corte Ue, intanto si può dire che si potrebbe risolvere tutto
dicendo che insicuro è pure il nostro Paese. Con mafia, ‘ndrangheta, camorra,
corona unita, delinquenti non organizzati, ma altrettanto pericolosi per eccessi
di furti e rapine, c’è, ad abundantiam,
materiale per definire l’Italia un paese non sicuro. Ma penso che la decisione,
seppure discutibilissima per tante ragioni, di trasferire i migranti in Albania
non sia stata messa nel giusto rilievo né dai politici né dalla stampa, perché
va considerata non come una soluzione definitiva, ma piuttosto, e soprattutto,
come un deterrente per scoraggiare l’esodo. Sapere di arrivare in Italia, ma
poi essere trasferiti subito in Albania potrebbe, e dovrebbe, dissuadere molti.
Rispetto a tutto quello che avviene ora e tutta un’altra cosa. Accanto a quelli
che lavorano onestamente, ci sono tanti, troppi, che non hanno voglia di fare
nulla e diventano facilmente manovalanza delle mafie per lo spaccio di droghe.
E ci sono pure le donne incinte e i malati che arrivano qui per farsi assistere,
gratuitamente, negli ospedali già superaffollati. Proprio ieri, in Calabria, un
mio amico, con la prescrizione del medico di famiglia di un elettrocardiogramma
sotto sforzo, urgente, si è sentito rispondere dall’Asl che il primo giorno
libero era il 3 aprile 2025. Ovviamente è andato in uno studio privato;
altrimenti, dopo cinque mesi, la diagnosi si sarebbe capita da soli, dal
trascorrere del tempo: se fosse stato ancora in vita significava, senza bisogno
dell’Asl, che non era grave. Con queste emergenze, che abbiamo già noi, accogliere
tutti è una follia, e la povera Giorgia aveva provato con l’Albania, un’altra
follia. Almeno così è stata considerata da alcuni giudici. Quelli che bisogna
cacciare, secondo Elon Musk, il padrone di X, che, dagli Stati Uniti, ci manda
consigli non richiesti che fanno infuriare il capo dello Stato, Sergio
Mattarella che replica, irritato: “Siamo un grande Paese democratico che sa
badare a se stesso”.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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