Il combinato disposto Salvini-Tesei "regala" l'Umbria a Stefania Proietti
La sconfitta di Donatella
Tesei (Lega) non è una sorpresa, è il frutto, la naturale conseguenza,
dell’arroganza, la presunzione e la prepotenza di Matteo Salvini che, a
dispetto dei fatti e delle risultanze di cinque anni di una gestione
deficitaria della Regione, ha voluto a tutti i costi, come gli capita spesso, imporre
la “sua” candidata. Dalla sanità
all’agricoltura, passando per il fatto che per la prima volta l’Umbria rischia
di non riuscire a spendere tutte le risorse dei fondi dell‘Unione Europea (cosa
diversa dal Pnrr) il giudizio è stato molto critico, sostanzialmente negativo.
Una scelta contrastata anche dagli alleati della coalizione di centrodestra, soprattutto
Fratelli d’Italia, che non hanno condiviso nemmeno l’accordo con Alternativa
Popolare di Stefano Bandecchi. Della candidatura “sbagliata”, come ha già detto
pure Giorgia Meloni, ha tratto notevole vantaggio Stefania Proietti, sindaco di
Assisi e presidente della provincia di Perugia che, appoggiata dal campo largo,
anzi larghissimo del centrosinistra, ha vinto con il 51,13% (9 Pd, 1 M5 S, 1
Umbria domani e 1 Avs) mentre la Tesei ha avuto il 46,17% (3 FdI, 2 FI,1 Lega e
1 Tesei presidente). L’Umbria, come era successo qualche mese fa al Comune di Perugia,
torna, dunque, dopo l’esperienza di centrodestra, a diventare rossa, con il Pd,
primo partito, e con gli alleati Movimento 5 Stelle e Alleanza verdi e sinistra.
La sconfitta della Tesei, in concomitanza con l’insuccesso, peraltro ampiamente
scontato, di Elena Ugolini (40,1%) in Emilia Romagna, dove ha prevalso Michele
de Pascale (56,8%) sarà motivo, per Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo
Salvini, di una necessaria e approfondita riflessione sui criteri di scelta dei
candidati, che siano in grado di ottenere il consenso degli elettori, sempre
più scontenti di una politica distante dai cittadini e dai loro bisogni. Il
calo dei votanti (appena il 46,4% in Emilia Romagna e il 52,3% in Umbria) sta a
dimostrare, ancora una volta, che se i candidati non sono convincenti gli elettori
o votano contro o si astengono dal voto.
Fortunato
Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia
Commenti
Posta un commento