In Sardegna autogol e autoaffondamento di Truzzu, il candidato di Giorgia Meloni

 

In una partita politica così importante, come le elezioni in Sardegna, si può far scendere in campo un signore che già si sa che farà l’autogol? Che farà perdere voti, soprattutto a Cagliari, dove fino a qualche giorno fa è stato sindaco, e sindaco disastroso, a giudizio di molti. Buon senso e saggezza politica avrebbero sconsigliato una mossa così ardita e sciagurata, e, invece, Giorgia Meloni ha voluto imporre a tutti i costi, prima ai suoi alleati (soprattutto ai leghisti) e poi agli elettori sardi, il sindaco - sventura di Cagliari, Paolo Truzzu. Non ha capito che questa scelta avrebbe potuto provocare, cosa che penso abbia poi provocato, un altro autogol quello dei leghisti dell’escluso presidente uscente, Christian Solinas, il candidato “forte” di Matteo Salvini. Gli amici di Solinas non credo che si siano impegnati allo spasimo a trovare voti per Truzzu, anzi, può darsi, approfittando anche della possibilità del voto disgiunto, che molti di loro qualche voto lo abbiano dato volentieri ad Alessandra Todde, la candidata 5 Stelle, e della sinistra, che, alla fine, ha vinto. Giorgia Meloni ha commesso un grave errore pensando che i sondaggi, che la vedono con il vento in poppa, corrispondano a verità assoluta e sono, comunque, sempre a suo favore, qualsiasi cosa faccia. E, invece, non è affatto così. Non si può sfidare, con cotanta arroganza, un’intera Regione. Probabilmente è stata tratta in inganno non solo dai sondaggi anche dal fatto che la sinistra non avrebbe potuto vincere perché aveva, a disperdere voti, l’insidiosa candidatura di Renato Soru, che in effetti ha tolto 60. 051 voti (8,7 %).  Nonostante questo, la sinistra, seppure con soli tremila voti in più, ha vinto lo stesso. E le conseguenze non finiscono in Sardegna. Il laboratorio dell’isola potrebbe lasciare strascichi pesanti anche nelle prossime elezioni regionali, perché ha fatto vedere che il Pd e 5 Stelle, nel “campo largo”, inserendo anche Alleanza Verdi e Sinistra, se uniti, e con un buon candidato, possono vincere. Non a caso Elly Schlein, segretaria del Pd, gongolando, dice: “La vittoria di Todde per noi è importante, dobbiamo valorizzarla come coalizione”. E le occasioni, nel futuro prossimo, non mancano, perché andranno presto al voto Abruzzo, Piemonte e Basilicata e, poi, l’Umbria. Il “campo largo” della sinistra, che molti criticavano, ha dimostrato che, invece, può avere futuro. Ed è questo, dopo aver lasciato la Sardegna alla sinistra, il favore più grosso, dalle conseguenze politiche imprevedibili, che Giorgia Meloni ha fatto, in maniera maldestra, agli avversari.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com –Agenzia Stampa Italia            

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