I disagi dei giovani e i disastri dell'assurdo match scuola-genitori

 

È di una gravità inaudita il grido di allarme del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara in una intervista a Il Messaggero. “Polizia per proteggere le scuole più a rischio. Forte crescita delle aggressioni da parte dei genitori, la presenza dello Stato può aiutare “. Il ministro aggiunge pure “che nell’ultimo anno scolastico avevamo avuto 36 casi di violenza nelle scuole, ora, dopo neanche cinque mesi, siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c’è già un aumento del 111%. Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti si registra un leggero calo -11%. È chiaro che agire solo dal punto di vista repressivo non basta - spiega Valditara -  bisogna intervenire prima. Quando un ragazzo ha problemi che possono sfociare in episodi di aggressività non può essere abbandonato a sé stesso. Anche dare valore al voto di condotta, come abbiamo fatto nel disegno di legge, ora all’esame del Parlamento, per questi casi serve poco”. Ho fatto l’insegnante per trent’anni e qualche giorno fa gli ex alunni di due classi mi hanno invitato a cena, con altri colleghi, ad uno straordinario amarcord, tra baci e abbracci. Hanno conseguito il diploma, i primi nel 1993 e i secondi nel 1991. Oggi, padri e madri, maturi professionisti, si sono ricordati, a distanza di 31 e 33 anni, dei professori. Questi episodi, questi ricordi, quasi affettuosi, stridono con le cronache di oggi. E allora è necessario chiedersi cosa stia succedendo, cosa sia cambiato da allora. Non è facile rispondere, certamente molte cose. Anche tanti anni fa, però,  c’erano i problemi, c’erano i disagi, qualche volte non mancavano nemmeno i confronti vivaci tra alunni e docenti, ma a prevalere, era sempre, nel rispetto assoluto dei ruoli, la ferma e radicata convinzione che i professori avessero un solo ed unico obiettivo: la crescita culturale degli alunni. Non a caso ho scritto confronti vivaci e non conflitti, perché chi vuol farti del bene, chi lavora e s’impegna per aiutarti a progredire nella vita non può essere in conflitto con te. È assurdo, sciocco e contradditorio solo pensarlo. Non lo pensavano i ragazzi e non lo pensavano - questo è un passaggio importantissimo e decisivo - nemmeno i genitori. E non è un particolare di poco conto. La scuola deve lavorare in simbiosi con la famiglia e sono, su piani ovviamente diversi, essenziali e complementari in questa crescita e nella maturazione del giovane. Se ci sono tutte queste aggressioni da parte dei genitori nei confronti degli insegnanti, evidentemente, i ruoli non sono più riconosciuti, almeno nelle situazioni estreme riportate dalle cronache. Ma se adesso sono solo eccezioni - almeno così immagino e mi auguro che sia - l’allarme non va assolutamente sottovalutato. Gli episodi negativi hanno sempre, pronte, frotte di insensati emulatori. 

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

 

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