Pausa invernale, tempo di consuntivi,il cammino del Perugia, finora, è stato soddisfacente, però...

 

Il consuntivo del girone d’andata è, per ovvie ragioni, parziale e serve per riflettere su quello che è stato e fare qualche previsione su quello che potrà accadere. Sempre, sperando, che il Covid-19 non influisca più di tanto sui risultati. Purtroppo, sono state rinviate le ultime due gare, quelle previste il 26 e il 29 dicembre. La prima, Monza - Perugia, sarà recuperata il 16 gennaio, ore 16,15, l’altra, al “Curi” contro il Pordenone, che è poi la prima di ritorno, ci sarà sabato 22 gennaio, sempre alle 16,15. E, allora, proviamo a fare qualche considerazione sul Perugia e sul campionato. I grifoni hanno cominciato, tra il solito scetticismo, non tanto e non solo per l’arrivo di un tecnico debuttante (siamo il trampolino di lancio per tecnici esordienti) Massimiliano Alvini, ma anche per l’organico. La società, al fine di evitare il sorgere di eccessive polemiche, ha subito dichiarato che la matricola Perugia ha, per quest’anno, un obiettivo minimo ben preciso: la salvezza. Strada facendo si è visto che il tecnico, tutto sommato, se la sta cavando discretamente, sta crescendo, e con lui tutta la squadra, e il Perugia, complessivamente, finora, ha fatto meglio delle previsioni. Ottavo posto in classifica con 27 punti su diciotto gare disputate, 6 le vittorie, 9 i pareggi e 3 le sconfitte, 19 i gol segnati e 16 quelli subiti, migliore difesa dopo Pisa e Lecce. In linea, quindi, con i propositi della società. Tuttavia i tifosi - ma questo, è inevitabile, capita spesso per non dire sempre - pensano e sperano in qualcosa di meglio. Sono ambizioni che hanno qualche solido sostegno? Sì, per almeno due ragioni. La prima è che, quest’anno, c’è un equilibrio straordinario per quanto riguarda la promozione, manca la squadra regina e ci sono almeno otto squadre che possono puntare alla promozione. Questo equilibrio, però - è il caso di precisarlo subito - c’è stato finora, cioè prima del calcio mercato, che è cominciato e si chiuderà il 31 gennaio. Questo vuol dire che le forze in campo possono cambiare, anche radicalmente, secondo nuovi acquisti e cessioni. Ora, i grifoni, sono da inserire, per le prestazioni e i risultati finora ottenuti, nel gruppo delle squadre migliori. Il Perugia ha affrontato le 7 squadre che stanno davanti in classifica, fatta eccezione, come abbiamo visto, del Monza con cui deve ancora giocare; ebbene, non ha perso con nessuna (le tre squadre con cui ha perso, Ascoli, Reggina e Como, attualmente, sono sotto in classifica) non solo, ha vinto con due, Cremonese e Brescia, e con le altre, pur pareggiando, è uscita dal campo con tante recriminazioni perché avrebbe meritato di più. Qualche risultato migliore lo avrebbe potuto ottenere, e anche piuttosto facilmente, se i biancorossi fossero stati in grado di concretizzare, di essere più attenti e precisi sotto porta, cosa che non è avvenuta. Infatti le 19 reti segnate, di cui tre su calcio di rigore, non sono tante, non lo sono se si confrontano con il rendimento delle squadre meglio classificate che hanno segnato, tutte, di più, dai 30 gol del Brescia ai 21 del Cittadella. Certo, non bisogna guardare i gol segnati, conta molto di più la differenza reti, che è, pure, il segno dell’equilibrio tattico e tecnico. Non è un caso che dalla metà classifica in su è sempre positivo e da metà classifica in giù è sempre negativo. Questo sempre, e in tutti i campionati. E questo dato non è del tutto soddisfacente per il Perugia. Con un più 3, come il Cittadella, i grifoni sono lontani dal più 14 del Pisa e del Lecce e da tutte le altre che hanno una differenza reti migliore. E qui sta il busillis.  Insomma, l’attacco - questo è il limite - non segna come dovrebbe e serve un potenziamento per ottenere risultati migliori. Ma dipende dagli attaccanti, poco precisi e determinati, o dalla mancanza di un rifinitore in grado di creare più occasioni da gol? Sono due limiti, diciamo complementari, che portano ad un unico risultato: poche realizzazioni. Per segnare i 19 gol ci sono voluti, infatti, tre rigori e una cooperativa del gol, formata da ben dieci calciatori. Il cannoniere è De Luca con 6 realizzazioni di cui 3 su calcio di rigore, gli altri attaccanti Matos (2), Murano (1) e Carretta (1). Come si vede, frecce poco appuntite, nella faretra di Alvini. E poi c’è la questione del trequartista. Kounas, improvvisato per un po’ di tempo in questo ruolo, non ha le caratteristiche tecniche per poterlo fare con risultati soddisfacenti.  Infatti, alla fine, il tecnico ha capito che, forse, il giocatore può rendere di più, peraltro secondo le sue attitudini e le sue caratteristiche, in un ruolo diverso. Dunque manca chi potrebbe fornire le munizioni, almeno finora è stato così. Sono convinto che se si trovasse, durante il calcio mercato, qualcuno in grado di rifinire, verticalizzando e velocizzando le azioni, gli attaccanti renderebbero di più e se ne gioverebbe tutta la squadra. C’è però da aggiungere che gli attaccanti devono fare, non dico esclusivamente, ma prevalentemente, gli attaccanti. Mi riferisco al fatto che Matos è straordinariamente utile nell’aiutare i compagni nella zona centrale del campo, ma, poi, esagerando nei recuperi, non solo si trova, spesso, lontano dall’area degli avversari, ma non è lucido, come dovrebbe, quando si tratta di battere a rete. Insomma, si può essere certamente soddisfatti di quello che è stato fatto finora, tuttavia è possibile fare di più e meglio, senza dissestare il bilancio e, possibilmente, senza spettare i “saldi”, con qualche acquisto mirato, che sia in grado di fare la differenza, sperando che, nel frattempo, le altre non facciano meglio. Se non altro per raggiungere prima possibile la salvezza e sperare, perché no, in una partecipazione, con qualche buona chance, ai play off.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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