Addio Gianni Di Marzio, indimenticabile allenatore del Catanzaro

 

 “E adesso potrai finalmente allenarlo il tuo caro Diego. Sei stato un grande papà, mi hai insegnato tutto e non sarò l’unico a non dimenticarti mai”. È con queste parole che Gianluca Di Marzio ha dato l’annuncio della scomparsa del padre, Gianni Di Marzio, a 82 anni, allenatore, dirigente ed opinionista. Ha ragione Gianluca, non sarà l’unico a non dimenticare Gianni. Non lo dimenticheranno a Napoli e non lo dimenticheranno nemmeno in Calabria dove ha allenato Catanzaro e Cosenza. Con la squadra giallorossa, presidente il mitico Nicola Ceravolo, Gianni è stato in panchina dal 1974 al 1977 e poi nel 1988-1989. Ed ha lasciato un ricordo indimenticabile per i successi sportivi ma anche per l’affetto che si era meritato tra gli sportivi e non solo. Nel primo anno ha sfiorato subito la promozione in A, perdendo lo spareggio a Terni (0-1) contro il Verona. Ma la massima serie l’ha conquistata l’anno successivo, all’ultima giornata del torneo, all’89’, a Reggio Emilia. Ed è stata una città, una provincia, una regione, in delirio. Quel Catanzaro che io ho avuto il privilegio di seguire, in giro per l’Italia, inviato della Gazzetta del Sud, era una squadra che aveva tifosi ovunque, in tutti gli stadi affluivano in massa i calabresi che erano in zona, era l’occasione per ritrovarsi e tifare in allegria per i colori giallorossi, e far sentire dappertutto il calore e l’atmosfera del “Militare”. Con Gianni Di Marzio, il condottiero, qualche nome di quella straordinaria e indimenticabile promozione in serie A, il portiere Giorgio Pellizzaro, Claudio Ranieri, Fausto Silipo, Luigi Maldera, Alberto Spelta, Roberto Vichi, Gianni Improta, Adriano Banelli ed il cannoniere Massimo Palanca. Qualche settimana fa, nel corso di una trasmissione televisive, di Umbria Tv, in collegamento con Gianluca Di Marzio, ho ricordato qualche episodio della permanenza di Gianni a Catanzaro e, alla fine l’ho pregato di portargli i miei saluti affettuosi. Non pensavo sarebbero stati gli ultimi.

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia   

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