E se il Covid-19 si trasmettesse anche con le monete e le banconote?

 

Agli albori dell’epidemia, quando ancora era tutto incerto e confuso, oggi abbiamo fatto qualche passo avanti, ma ancora le certezze, se mai arriveranno, sembrano ancora piuttosto lontane, una mattina, alla radio, venne intervistato un virologo su quanto tempo il virus potesse vivere sulle superficie. Il medico disse, mostrando sorprendente sicurezza, pochi minuti, tre o quattro. Nel pomeriggio di quello stesso giorno, sempre sulle quelle stesse frequenze radio, venne fatta, ad un altro virologo, la stessa domanda e questa volta la risposta fu diversa, completamente diversa: quattro o cinque giorni. La differenza, notevole, non era (non è) affatto un dettaglio come si capisce facilmente. Da allora ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. C’è un particolare, però, che mi ha colpito in questi ultimi mesi. Alcuni miei amici che hanno sempre scrupolosamente rispettato, sin dal primo momento, con rigore e precisione quasi maniacale, tutte le prescrizioni, indossando e portando sempre la mascherina, mantenendo il distanziamento come consigliato, lavando spesso le mani, hanno contratto l’infezione. Ora che è arrivata la notizia che materiale genetico di coronavirus sia stato trovato dai Nas sui carrelli della spesa usati in alcuni supermercati, sugli scaffali e sulle tastiere per il pagamento bancomat mi sembra necessario che vengano fatte altre verifiche. Se il Covid-19 effettivamente “vive” sulle superfici, con tutta la sua carica virale, qualche giorno o, comunque, molte ore, il veicolo di trasmissione più facile credo che possa essere rappresentato dal denaro, monete e banconote, che passano da una persona ad un’altra, con estrema facilità e rapidità. Sono semplici congetture di un profano, però è una ipotesi che andrebbe comunque verificata.

               Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

 

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