I danni dei politici quando mancano le capacità e l'autorevolezza
Della
questione ne avevo accennato quando, nell’imminenza delle elezioni per il
rinnovo del Parlamento Europeo, guardavo, con sconcerto, come venivano scelti i
candidati per rappresentare il nostro Paese in Europa. Come se si dovesse fare
una gita e bisognava riempire il pullman. Oddio, non è che per la Camera e il
Senato, la procedura sia molto diversa, e Dio solo sa quanti, a palazzo Chigi, siano
lì, capitati per caso, ma le candidature per l’Ue mi sembravano fatte con poco
senso di responsabilità, come se a Strasburgo ci potesse andare chiunque. In
questi giorni ci stiamo rendendo conto che non tutti sono capaci di ricoprire
ruoli importanti nelle istituzioni. Vale, peraltro, per qualsiasi carica e a
tutti i livelli. Oltre all’onestà e alla serietà, che sono le precondizioni, ci
vogliono capacità, autorevolezza ed esperienza. senza le quali non è possibile
guidare le istituzioni. I danni di quel che riescono a fare gli sprovveduti e
gli incapaci sono sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, basta sfogliare i
giornali o guardare e sentire quel che si dice in Tv. Disastri dappertutto. Dall’Europa
all’ultimo comune. Tornando all’Europa, è all’ordine del giorno, e lo sarà
chissà per quanto, il rapporto con gli Stati Uniti sui dazi. Qualche organo di
stampa ha chiamato trattativa quel breve incontro tra Donald Trump e Ursula von
der Leyen, avvenuto in Scozia nel golf club del presidente degli Stati Uniti.
Ci saranno pure stati dei colloqui dietro le quinte, ma trattativa vera e
propria non credo. La trattativa è quando ci sono - come riporta la Treccani -
“discussioni, proposte e controproposte e in cui le parti discutono e
concordano la forma definitiva”. Penso che nessuno, anche tra i più ottimisti, abbia
potuto immaginare che ci possa essere stata una vera trattativa, intesa in
questi termini. La presidente della
Commissione Ue è verosimile pensare, invece, che abbia solo preso atto del pacchetto
di condizioni, su tutto quello che dobbiamo fare, già bellamente confezionato,
e lo abbia portato in Europa. Nient’altro. E le conseguenze dannose sono abbastanza
evidenti, nonostante ci sia il tentativo, grave e grottesco, di minimizzare. Con
quell’espressione banale e demenziale allo stesso tempo: poteva andare peggio.
Allora tutto può andare peggio, però anche meglio. E non è un dettaglio.
Intanto, mentre crollano le Borse, quei dazi al 15% sulle esportazioni in Usa,
che entreranno in vigore già l’8 agosto, sono macigni per molte aziende
italiane e comportano perdite stimate, secondo il presidente della
Confindustria, Emanuele Orsini, di 22,6 miliardi di euro. Credo sia arrivato il
momento di porsi anche qualche domanda: in questi accordi quanto peso hanno
avuto le fragilità politiche dei 27 paesi e la debolezza, e la mancanza di autorevolezza,
di Ursula von der Leyen? Penso moltissimo. Ma se trovare un’unanimità di politiche
tra i 27 paesi è difficile, e, forse, pressoché impossibile, è invece possibile,
e pure necessario, che il rappresentante di così tanti paesi sia apprezzato e autorevole.
Sono convinto, per esempio, che se al posto di Ursula von der Leyen ci fosse
stata Angela Merkel, Trump si sarebbe comportato in maniera completamente
diversa e comunque quel pacchetto di condizioni non sarebbe stato accettato così
com’era, passivamente, senza alcuna possibilità di trattate e discutere.
Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com
– Agenzia Stampa Italia
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