Non c'è la guerra, e qui certamente è meglio, ma le case sono bombardate lo stesso, dai tributi

 

Non ce l’ho con il governo in carica e nemmeno con Giacarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze. Ma poiché è lui che rappresenta il governo e, in senso lato, lo Stato in fatto di tributi è fatale che sia lui l’interlocutore, e se c’è qualcosa, o più d’una, che non va, bisogna dirlo. E lo diciamo perché lo possiamo dire, mentre i giornali cartacei, soprattutto quelli che, con la scusa della democrazia, vengono lautamente sovvenzionati dallo Stato, non s’avvedono quasi di nulla, in sonno perpetuo. Martedì, in un’audizione in Parlamento sul Piano settennale di bilancio sulle nuove regole Ue, il ministro ha detto che nella legge di Bilancio “farà sacrifici chi può permettersi di farli” e che sarà una legge fatta più di tagli alla spesa, tranne la sanità, che di nuove tasse, perché – ha tenuto a ribadire – “questa è l’impostazione del governo”. Queste sono buone intenzioni, lodevoli e apprezzabili, ma i fatti dicono altro. Questa volta l’obiettivo è la casa, un bene primario per i cittadini italiani: circa l’80% della popolazione possiede un’abitazione. Casa è sinonimo di risparmio, perché è l’investimento primario in cui viene destinato il risparmio, a volte frutto di molte rinunce e altrettanti sacrifici, a volte la casa è un bene ereditato, in questo caso i sacrifici e i risparmi li hanno fatto gli antenati. Probabilmente a questo hanno pensato i padri costituenti quando hanno scritto l’art. 47 della Costituzione, che recita così: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Avete notizia di tutte queste belle cose? Nulla. Anzi, la Repubblica fa esattamente l’opposto. Scoraggia e colpisce. La casa è presa di mira dallo Stato e dai Comuni, bombardata dai tributi: Irpef, Imu (salvo la prima casa), Tari, tutte patrimoniali, ma poi c’è l’Iva che si paga anche sulla bolletta dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua, poi ci sono le spese, con relative imposte, per la manutenzione ordinaria e straordinaria. E quando si ristruttura (il 110% non c’entra nulla, come il governo attuale, la legge c’è da tempo) aumenta la rendita catastale (peraltro del tutto cervellotica e virtuale) dalla quale poi dipendono quasi tutte le imposte che ho appena citato, ma anche le imposte di registro, imposte di successione e donazione, Iva e Isee. L’ultima “scoperta” per aggravare ancora di più pesantemente il pacchetto casa è di renderla green. Quando ogni giorno ci sono infinite fonti d’inquinamento (dai trasporti alle guerre) che contribuiscono a inguaiare il pianeta, a difenderlo, chi ci governa, in Italia e in Europa, ha pensato dovessero farlo solo i proprietari delle abitazioni! Questa è la tutela del risparmio, questo è il rigoroso rispetto della Costituzione. Ma tutte queste spese, che comportano, ovviamente, altri, ulteriori sacrifici, se li possono permettere tutti? Fino a quando ci possono imbrogliare e vessare? Possono farlo all’infinito?

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia

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