Notte delle streghe per il Perugia che si arrende alla Reggina (1-3)

 

Due squadre, Perugia e Reggina, alla disperata ricerca di punti, gli amaranto per alimentare speranze di play off e i biancorossi per una salvezza, quanto prima possibile, tranquilla. Queste pesanti incombenze hanno fatto da preludio alla partita di recupero della 29esima giornata, rinviata per il terremoto, così che era facile immaginare un match combattuto. Fabrizio Castori si è affidato, con un certo turn over, alla linea verde e l’interesse è cresciuto perché era importante capire se questa squadra, per tirarsi fuori dalle sabbie mobili dove è precipitata, può contare anche sui giovani. Le risposte non hanno fatto in tempo ad arrivare perché, improvvisamente, al “Curi” sono comparse le streghe che hanno sconvolto idee, progetti, speranze. Eppure la gara sembrava favorevole al Perugia, sceso in campo con il piglio disinvolto e spumeggiante, anche se, però, la prima vera occasione ce l’ha avuta la Reggina al 20’ con Bouah, che con un missile ha costretto Gori ad una pronta deviazione in angolo. Poi, al 24’ Di Serio, appena dentro l’area ha sferrato un tiro che non sembrava irresistibile ma il portiere Colombi non ci è arrivato e così il Perugia è passato il vantaggio. Qualche minuto di sostanziale equilibrio, e al 38’, su un calcio di punizione, Hernani ha mandato il pallone nell’angolo alla destra di Gori che in tuffo si è fatto superare dal pallone che è rimbalzato ed ha superato le sue mani protese. Un errore grave, risultato di nuovo in equilibrio e tutto da rifare, con la sostanziale differenza che il gol del pareggio ha dato vigore, energia e convinzione alla Reggina e, nel contempo, ha scoraggiato e depresso gli uomini di Castori. Che sono addirittura precipitati nell’incubo quando, al 47’, su una punizione di Di Chiara, il pallone è arrivato, innocuo, tra le braccia di Gori, solo che il portiere, forse in precario equilibrio, ha fatto un passo indietro, portandosi il pallone dentro la porta. Un incredibile, clamoroso, imperdonabile autogol. Due reti così Filippo Inzaghi non se li poteva mai immaginare, così come non se li poteva immaginare Fabrizio Castori che ha visto svanire, in pochi minuti, tutte le strategie pensate e studiate in settimana per vincere questa importantissima partita. Da quel momento in poi (in pratica, un tempo intero) c’è stata una sola squadra: la Reggina, l’altra, il Perugia, era scomparsa, sono rimasti solo fantasmi. Tanto che il terzo gol, di Comotto, all’85’, sul filo del fuorigioco, è stato il coronamento di una netta superiorità degli amaranto che hanno saputo sfruttare al meglio le occasioni favorevoli, giocando poi meglio e meritando il successo. La rivincita della partita di andata in cui il Perugia aveva vinto 3-2. Si dice che la vendetta, s’intende quella sportiva, è un piatto che si gusta freddo.        

Fortunato Vinci – www.lidealiberale.com – Agenzia Stampa Italia      

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